Roma, 23 gennaio 2025 – La vulvodinia è una condizione patologica cronica dolorosa che interessa il 10-15% delle donne, con intensa ripercussione negativa sulla qualità di vita e impatto profondo sulla sfera intima. Si tratta di un disturbo descritto come dolore o bruciore a livello vulvare, senza che sia presente alcun segno o lesione visibile che lo giustifichi. Si presenta soprattutto in età fertile, ma può presentarsi anche in altri periodi della vita di una donna, dalla pubertà alla menopausa e, talvolta, può divenire un disturbo permanente con cui faticosamente e dolorosamente convivere.
L’approccio alla paziente con vulvodinia è tanto più efficace quanto più è precoce e condiviso in un team multidisciplinare. A questo tema è dedicato il Corso “Vulvodinia, uno sguardo oltre la vulva”, che si terrà domani, venerdì 24 gennaio, dalle ore 9.00 alle ore 16.30, presso il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS (Aula 617, VI piano ala A).
Presiede il Corso la prof.ssa Antonia Carla Testa, Associata in Ginecologia e ostetricia all’Università Cattolica e Direttrice del Centro di Ecografia in Oncologia Ginecologica ‘Class Ultrasound’ presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Responsabili scientifiche del Corso Monia Marturano, UOC Chirurgia ginecologica Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, e Daniela Caramazza, UOC Ostetricia e Patologia Ostetrica Ospedale Isola Tiberina, Gemelli Isola.
L’evento scientifico vuole affrontare l’argomento in modo multidisciplinare e multimodale al fine di poter offrire alle pazienti soluzioni il più adeguate e aggiornate possibili.
Il Corso ha come scopo proprio la sensibilizzazione e la formazione di tutti quegli operatori sanitari che se ne occupano grazie a contributi culturali di relatori di ampio spessore e grazie all’attenzione dedicata ad approcci e metodologie terapeutiche che consentano di improntare un percorso il più personalizzato possibile alla paziente.
“Si parlerà delle ricerche in corso, sia relative alla genetica che alla farmacologia – spiega la dott.ssa Marturano – si indicheranno nuove terapie locali e nuovi approcci multimodali in grado di affrontare la problematica a più ampio raggio, si condivideranno le prospettive future”.