Roma, 5 settembre 2017 – “Una continua caccia alle streghe quella intrapresa nei confronti del pubblico impiego, una caccia scandita dall’accanimento statale contro quei pochi ‘furbetti’ che non hanno rispetto per il proprio lavoro a discapito della maggioranza dei lavoratori onesti”, dichiara con forza il Segretario Generale di Federazione Intesa FP, Claudia Ratti, circa la nuova direttiva entrata in vigore il 1 settembre inerente alla competenza sulle visite fiscali passate al nuovo Polo Unico Inps con l’obiettivo di ridurre assenteismo e false malattie.
“I controlli potranno essere ripetuti anche due volte nello stesso giorno – spiega il Segretario – soprattutto in caso di malattia in giorni sospetti e che potranno essere avviati d’ufficio dall’Inps anche senza la richiesta del datore di lavoro. Tuttavia non è stata prevista alcuna copertura finanziaria prima di modificare le procedure. Un sistema, quello utilizzato dall’Inps, rigido che non scerne ma colpevolizza dando vita alla nuova ‘Santa Inquisizione’ dei giorni nostri.
È in corso l’iter per l’approvazione di un ulteriore decreto interministeriale di una delle norme della riforma Madia e nonostante il formale parere favorevole diffuso ieri (parere 1939/2017), i Giudici del Consiglio di Stato hanno osservato la necessità di allineare la disciplina normativa ‘dei settori pubblico e privato’.
È evidente che il Ministro Madia non può intervenire sulla disciplina del lavoro privato pertanto dovrebbe ‘ritoccare’ le fasce di reperibilità allineandole a quelle dei lavoratori privati conseguente al processo di ‘privatizzazione’ del pubblico impiego che ha avuto luogo a partire dall’inizio degli anni ’90.
È strano che i lavoratori pubblici da oltre 25 anni riescono facilmente a recepire solo gli oneri dei lavoratori privati e non anche gli onori, ricordiamo che nel pubblico impiego non esiste l’area quadri e non è possibile ottenere l’anticipazione del TFR, che armonizzazione sia … ma quella vera!”, conclude il Segretario Ratti.