Virus respiratorio sinciziale, aumentano i ricoveri in terapia intensiva

Prof. Luigi Orfeo, presidente della Società Italiana di Neonatologia: “Siamo in epidemia. Non baciate i bambini e non fumate vicino a loro”

Milano, 19 dicembre 2022 – Oltre all’influenza stagionale nei bambini, in questi giorni sta destando preoccupazione il virus respiratorio sinciziale che sta facendo registrare un alto numero di ricoveri di neonati e bambini nel primo e secondo anno di vita.

“Possiamo parlare di epidemia – spiega il prof. Luigi Orfeo, membro del Comitato Scientifico di ASM, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pediatria, Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale all’Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina-Gemelli Isola di Roma e Presidente della Società Italiana di Neonatologia – Il virus respiratorio sinciziale sta avendo lo stesso andamento del virus influenzale. Nel senso che quest’anno si è anticipato rispetto agli anni passati e si sta manifestando in maniera sicuramente molto più violenta, quindi con una contagiosità maggiore e anche con una gravità di infezione ben superiore rispetto agli anni passati”.

Prof. Luigi Orfeo

“Normalmente il virus ha una sua stagionalità fra il mese di novembre e il mese di marzo, mentre quest’anno il picco si avrà probabilmente tra fine dicembre e inizio gennaio e sta portando ad un elevatissimo numero di contagi e ricoveri anche in terapia intensiva neonatale – continua Orfeo – Perché il virus respiratorio sinciziale può causare una malattia che si chiama bronchiolite, interessando quindi la parte più periferica dell’albero bronchiale del bambino, che può condurre ad insufficienza respiratoria e necessitare anche di intervento di tipo intensivo, quindi di ricovero nelle terapie intensive neonatali e pediatriche”.

Ci sono dei campanelli d’allarme e dei consigli che si possono dare ai genitori per evitare di arrivare alla fase acuta?

“Si può fare solo prevenzione – risponde il prof. Orfeo – di tipo igienico-ambientale. Quindi stare molto attenti che i bambini, soprattutto quelli più piccoli e quelli con un’età inferiore ai sei mesi, non stiano a contatto con persone che hanno delle infezioni respiratorie. Quando si entra in casa, dove c’è un bambino piccolo, bisogna lavarsi accuratamente le mani, evitare di baciare i bambini, evitare di fumare in casa, perché anche il fumo favorisce la possibilità di avere una forma grave di infezione nei bambini. E poi, non appena si hanno dei segnali di allarme, rivolgersi al pediatra”.

Quali sono i segnali di allarme?

“Purtroppo queste malattie possono simulare un banale raffreddore, ma se dovesse comparire una tosse secca e stizzosa, insistente, se si dovesse presentare una difficoltà respiratoria, con un aumento della frequenza e anche della rumorosità del respiro e se il bambino rifiutasse il cibo, ecco questi sono tutti segnali che la malattia sta progredendo, che la gravità aumenta e bisogna quindi immediatamente portarlo dal pediatra per valutare il ricovero”.

Poi ci sono delle categorie di bambini particolarmente a rischio per lo sviluppo di un’insufficienza respiratoria se colpiti dal virus respiratorio sinciziale: sono i bambini ex prematuri, nati prima del termine della gravidanza, ma anche i bambini che soffrono di cardiopatie congenite o di malformazioni alla nascita che li espongono maggiormente a un rischio di grave insufficienza respiratoria in caso di bronchiolite.

“Ebbene – prosegue Orfeo – una parte rilevante di questi bambini, purtroppo, oltre a essere ricoverati in ospedale, possono avere bisogno di assistenza respiratoria attraverso l’’utilizzo di respiratori automatici. È necessario che tutte le neonatologie e tutti i reparti pediatrici sul territorio italiano siano provvisti di respiratori neonatali di ultima generazione, che siano in grado di poter assistere in maniera adeguata questi bambini con insufficienza respiratoria”.

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