Verso la Fase 2 il laboratorio Covid-19 di Microbiologia e Virologia dell’Aou di Sassari

Prof. Salvatore Rubino, Direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Aou di Sassari: “Saranno messe in campo analisi sierologiche mirate ad accertare l’esposizione al virus. Un lavoro enorme che porterà ad analizzare diverse migliaia di sieri alla settimana, per determinare la presenza di anticorpi specifici per il coronavirus”

Sassari, 3 maggio 2020 – Un’attività impegnativa che, nell’arco di due mesi, ha portato ad analizzare oltre 13mila tamponi nasofaringei, con una media di circa 350-450 tamponi al giorno. È il lavoro messo in campo dal laboratorio Covid-19 di Microbiologia e Virologia dell’Aou di Sassari che, in qualità di laboratorio di riferimento regionale, dal 6 febbraio ha iniziato a funzionare h24, 7 giorni su 7 per l’identificazione del coronavirus Cov-2 con metodiche molecolari di “real time PCR”.

Un ruolo di primo piano nella lotta Covid-19, quello della struttura diretta dal professor Salvatore Rubino, che ha supervisionato, dal 28 marzo, prima le attività del laboratorio dell’ospedale San Francesco di Nuoro quindi dell’Istituto Zooprofilattico e poi del Policlinico sassarese.

Prof. Salvatore Rubino

E adesso si pensa alla Fase 2, con una nuova organizzazione in grado di dare risposte più veloci e di utilizzare metodiche molecolari rapide, a beneficio dei casi urgenti, soprattutto in Pronto soccorso e in Medicina d’urgenza.

“Ci siamo organizzati da subito per dare risposte alle strutture ospedaliere e del territorio – afferma Salvatore Rubino – anche perché, nel periodo caldo dell’emergenza, arrivavano tamponi da analizzare da tutto il centro nord Sardegna, Sassari, Alghero, Ozieri, Tempio, Olbia e Nuoro. Abbiamo dovuto rivedere il nostro modo di operare, anche in considerazione del fatto che questo laboratorio, che è nato come Centro di riferimento regionale dell’influenza, processava circa 600 tamponi nel solo periodo influenzale”.

È chiaro che l’emergenza sanitaria ha portato a rivedere l’intera attività del laboratorio che è riuscito a realizzare una media giornaliera di analisi di tamponi che si è aggirata tra i 350 e i 450.

Un risultato dovuto anche al personale messo in campo: dai medici, biologi e tecnici del laboratorio di Virologia e Biologia molecolare, al piano terra della palazzina di Malattie Infettive e dei laboratori di Microbiologia e Virologia di via Padre Manzella e del “Palazzo Rosa”.

La struttura organizzativa è stata rafforzata con il contributo degli specializzandi della Scuola di Microbiologia e Virologia, alcuni dei quali con pluriennale esperienza e dottorato di ricerca in Virologia. A questi si sono aggiunti un biologo volontario del servizio di Diabetologia e gli specialisti – un medico e un tecnico – del laboratorio di Patologia Clinica, che hanno portato le loro esperienze tecnico-scientifiche e strumentali.

“Le fasi iniziali sono state le più difficili – afferma il direttore del laboratorio – per la grave carenza di reagenti difficilmente reperibili sul mercato in tutta Europa. C’è stata una grande attività da parte della Farmacia ospedaliera e dell’Ufficio acquisizione beni e servizi e, dopo le difficoltà anche delle aziende produttrici e distributrici dei reagenti che hanno faticato a fornire con continuità i beni necessari per la diagnostica, adesso i problemi sono quasi del tutto superati”.

La sfida iniziale, forse anche la più grande, è stata la gestione di centinaia di campioni giornalieri. “Le richieste sono state davvero pressanti – aggiunge Salvatore Rubino – e soltanto con il tempo si è compreso che la diagnosi di presenza del virus nei tamponi richiede esami particolarmente complessi e un tempo di esecuzione dalle 3 alle 6 ore”.

Adesso, anche il laboratorio viaggia verso la Fase 2 dell’emergenza Covid ed è pronto ad avviare indagini su campioni sempre più ampi di popolazione, nel rispetto delle indicazioni nazionali e regionali applicate all’Unità di crisi locale. Saranno messe in campo analisi sierologiche mirate ad accertare l’esposizione al virus e, quindi, a controllare la sua diffusione nella comunità ospedaliera e nelle RSA. Un lavoro enorme che porterà ad analizzare diverse migliaia di sieri alla settimana, per determinare la presenza di anticorpi specifici per il coronavirus.

A dare sostegno e supporto al laboratorio sono state anche le donazioni da parte del territorio. “Grazie alla generosità di Istituzioni pubbliche e private, fondazioni, associazioni, persone singole o aggregate in gruppi che hanno organizzato una generosa raccolta fondi – conclude il direttore del laboratorio – la nostra struttura è stata rifornita di numerosi kit diagnostici e strumentazioni”.

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