Roma, 21 giugno 2021 – “Stiamo spostando la campagna dagli hub agli studi dei medici: non si può fare la vaccinazione solo per decreto, il cittadino non può domandare al governo che vaccino può utilizzare, né può sceglierlo da solo. Il siero anti-Covid è un farmaco, quindi si torna finalmente alla prassi normale che si applica per tutti i medicinali, recandosi dal proprio medico”. È soddisfatto Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, di fronte alla decisione del Governo di spostare in capo alla medicina generale l’opportunità di procedere con la seconda dose di vaccino AstraZeneca, anche se sotto i 60 anni, per coloro che rifiutano la cosiddetta ‘eterologa’.
“Per motivi di urgenza ed emergenza all’inizio è stato bypassato il processo di coinvolgimento dei medici perché serviva che le persone fossero vaccinate in gran numero, quindi negli hub, ma adesso stiamo finalmente tornando alla centralità del medico di base, anche se per farlo si sta usando la motivazione del richiamo con la seconda dose di AstraZeneca – spiega alla DiRE Magi – Era, comunque un percorso atteso, e sarà anche un modo per ripristinare la fiducia medico-paziente, che è stata messa alla prova”.
“Solo con questo rapporto le persone ottengono le informazioni che cercano, valutando eventualmente anche se fare qualche esame utile a fugare dubbi su patologie che possano andare in contrasto con la seconda dose a vettore virale. Ricordiamo comunque che i rischi derivanti da questo vaccino sono bassissimi – sottolinea ancora il presidente dell’OMCeO Roma – E il medico ha, in questa fase della campagna, il compito di ridurre ancora questi rischi, guidando il paziente”.
Guida che fino ad oggi non c’è stata, aggiunge Magi: “Fino a qualche giorno fa era possibile per chiunque scegliersi il vaccino, ma quale competenza medico-clinica ha una persona per fare questa scelta?- si interroga retoricamente- Bisognava affidare prima ai medici questa prassi. Finalmente la politica ha compreso l’importanza del ruolo del medico”.
Ma come funzionerà concretamente la somministrazione del vaccino con il coinvolgimento del medico di base? Lo spiega ancora il presidente dell’Ordine: “Se il paziente ha già fatto la prima dose di AstraZeneca, può scegliere cosa fare andando al centro vaccinale con la prenotazione della seconda. Questa è la modalità diretta. Diversamente, va dal suo medico di famiglia, si consulta e se non ci sono controindicazioni per il suo stato di salute, può fare lo stesso vaccino della prima somministrazione, quindi quello a vettore virale, direttamente dal proprio medico, in studio e su appuntamento”.
Rispetto alle persone che sono ancora non immunizzate e che sono rimaste fuori dalle loro classi di prenotazione per esitazione, difficoltà logistiche o anche per rifiuto, ancora una volta i medici di base cercheranno di contribuire a una soluzione: “C’è una proposta in elaborazione che verrà presentata come piano strategico al governo. Ci saranno un collegamento e un incrocio tra l’elenco dei pazienti dei medici e l’anagrafe vaccinale, per capire chi è rimasto fuori e per mettere in atto le azioni per raggiungerli o convincerli – spiega Magi – È un intervento di medicina di iniziativa, proattiva. Eliminerei invece la parte burocratica amministrativa sul green pass – segnala il presidente dell’OMCeO Roma – Non c’è bisogno che il medico si occupi di spiegare come funziona, non è un atto medico. Facciamo fare ai medici il proprio mestiere. Con i medici alleati finalmente potremmo portare a termine la campagna vaccinale”.
(fonte: Agenzia Dire)