Vaccini, non tutte le aziende farmaceutiche dispongono dei bioreattori per la produzione. Farmindustria: “Liberare le licenze non serve”

Roma, 2 febbraio 2021 – “Liberare le licenze è qualcosa che non serve. In Italia, il settore farmaceutico più produttivo d’Europa, abbiamo anche i contoterzisti che sono anch’essi i primi produttori d’Europa. Se noi trovassimo il contoterzista adatto per poter produrre i vaccini non ci sarebbe la necessità di dargli il brevetto, ma non è così facile: non tutte le aziende farmaceutiche dispongono dei bioreattori indispensabili per la produzione di vaccini”, dichiara il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, intervenendo al convegno online “Vaccini. Sicurezza e trasparenza delle procedure – Comunicazione – Distribuzione – Contraffazione”, promosso dal Gruppo The Skill, specializzato in crisis management, brand storytelling e comunicazione trasparente, e attivo anche nel settore Health & Pharma.

Dott. Massimo Scaccabarozzi

All’iniziativa partecipano anche Antonio Bana (Partner Studio Legale Bana, tra i massimi esperti di proprietà intellettuale), Andrea Morbelli (Direttore Public Affairs Open Gate) e Nicoletta Parisi (già Consigliere ANAC, docente Università Cattolica del Sacro Cuore). Andrea Camaiora (Ceo The Skill) e Sergio Fontana (Presidente Confindustria Puglia).

“L’industria farmaceutica – continua Scaccabarozzi – ha fatto qualcosa senza precedenti. Si è verificata una grande corsa mondiale ed è emersa la forza della cooperazione scientifica globale e la fortuna di avere la sequenza virale disponibile fin dal mese di febbraio grazie ai cinesi, con uno scambio di informazioni ai massimi livelli”.

“Le autorità regolatorie hanno messo in campo una procedura di ‘rolling’ per velocizzare il processo. Molte aziende hanno cercato di produrre vaccini già da maggio, ma se avessero aspettato l’autorizzazione per produrre i tempi sarebbero stati molto più lunghi. Molte aziende hanno fatto scouting in giro per il mondo per verificare chi fosse in grado di produrre i vaccini, ma non ci si può improvvisare produttori”.

“Si può anche dire: dovremmo fare un milione e 600mila vaccini al giorno così da vaccinare gran parte della popolazione nel giro di un mese. Ma bisogna considerare che se devi fare due dosi i tempi raddoppiano, e poi servono le siringhe, i somministratori, le strutture. E non dimentichiamo che ci sono anche le altre malattie. Perché se facciamo solo vaccini non curiamo gli altri malati”, conclude Scaccabarozzi.

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