Parma, 17 settembre 2018 – I vaccini possono prevenire il cancro? Somministrare più vaccini nella stessa seduta è rischioso? Quando si deve assumere un antibiotico? Che cos’è l’antibiotico resistenza? Gli animali contribuiscono o no al fenomeno dell’antibiotico resistenza? Sono solo alcune delle domande contenute nel questionario sulla “Percezione del rischio connesso all’utilizzo degli antibiotici e dei vaccini”, sottoposto dall’Università di Parma ai suoi studenti.
Al questionario, ideato e realizzato dai docenti dell’Università di Parma Simone Bertini, Andrea Summer e Carlo Calzetti, hanno risposto 2229 studenti, il 9,07% dell’intera popolazione studentesca dell’Università di Parma. Le risposte, date in forma anonima ma con riferimento al corso di studio e all’età, forniscono un’immagine della percezione del rischio negli studenti iscritti nei più diversi corsi di studio dell’Ateneo.
I risultati? Alti e bassi. Sfiora il 100% (96,77%) la percentuale di risposte corrette alla domanda su “Quando si deve assumere un antibiotico”, e sono ben oltre il 90% quelle alle domande sull’antibiotico resistenza (93.05%) e sulla sua crescita (92.3%). Le risposte esatte superano invece l’80% nelle domande relative all’uso degli antibiotici e al momento in cui la terapia antibiotica a domicilio va sospesa.
Piuttosto basse, per contro, le percentuali di risposte corrette alla domanda relativa a cosa è bene associare a una terapia antibiotica al domicilio (30.69%), a quella che chiedeva se i vaccini possono prevenire il cancro (il 43,47% ha giustamente detto “solo alcuni”) e a quella relativa all’eventualità di rischi nella somministrazione di più vaccini in una stessa seduta (51,86%).
Per quanto riguarda la connessione dell’antibiotico resistenza al mondo animale, e in particolare l’incidenza degli animali al problema dell’antibiotico resistenza, i risultati del questionario dimostrano che la questione viene sottovalutata, perché circa il 20% degli studenti sostiene che gli animali non contribuiscono all’antibiotico resistenza e non ritiene importante l’uso di antibiotici esclusivi per le specie animali.