“I dati disponibili descrivono bene quanto sia sbagliato diffondere messaggi allarmistici su problemi al cuore causati dai vaccini, soprattutto se li paragoniamo a ciò che sappiamo in materia di danno sul sistema cardiovascolare causato dall’infezione da SARS-CoV-2”, spiega il prof. Giulio Pompilio, Direttore Scientifico del Centro Cardiologico Monzino
Milano, 17 settembre 2021 – “Dopo oltre cinque miliardi di dosi vaccinali somministrate nel mondo, le informazioni che abbiamo a disposizione sono molto chiare”, il prof. Giulio Pompilio, Direttore Scientifico del Centro Cardiologico Monzino, interviene sul tema dei vaccini e complicanze per il cuore sulla base dei dati scientifici ed epidemiologici disponibili.
“Va detto subito che è stata riportata un’associazione tra vaccini, soprattutto quelli a RNA, e complicanze mio-pericarditiche, tuttavia quest’associazione è estremamente rara e nella stragrande maggioranza dei casi non comporta gravi conseguenze e si risolve spontaneamente. Ad esempio, il comitato sulle pratiche vaccinali del centro USA per il controllo e prevenzione delle malattie ha rilevato una probabilità dello 0,0004% di contrarre una mio-pericardite dopo somministrazione dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna”, dichiara Pompilio.
La miocardite è un’infiammazione del muscolo cardiaco in genere associata a infezioni virali, batteriche o fungine (o micotiche). Quando il cuore viene colpito da un’infezione l’agente infettivo danneggia o distrugge le cellule muscolari; nel contempo le cellule del sistema immunitario, deputate a combatterla, possono a loro volta danneggiare il muscolo cardiaco, contribuendo in modo rilevante al quadro globale. In questa rara circostanza le pareti del cuore si indeboliscono, dando luogo ai sintomi tipici di uno scompenso cardiaco. Diversamente, la pericardite è l’infiammazione del pericardio, ovvero, la struttura che riveste e protegge il cuore. Nella maggior parte dei casi, la pericardite è dovuta a un’infezione virale.
“Questi rari eventi si sono verificati più frequentemente nella popolazione maschile e nei giovani. Va detto anche che nei casi, circa un terzo, in cui si è resa necessaria un’ospedalizzazione, la stragrande maggioranza è stata dimessa senza alcuna conseguenza. Analogamente, il Ministero della Salute israeliano ha riportato una prevalenza dello 0,0001% di miocarditi successive a vaccinazione a RNA, con le stesse caratteristiche epidemiologiche americane. Per quanto riguarda i vaccini a vettore virale, i dati disponibili sembrano indicare che le complicanze cardiologiche avvengono con frequenza ancora minore”, continua Pompilio.
“Le ragioni per le quali si sviluppano questi rari eventi dopo vaccinazione non sono ancora perfettamente comprese, si ipotizza che siano da attribuire, in soggetti predisposti, ad un’iperattivazione della risposta immunitaria con generazione di autoanticorpi e all’attivazione di una importante cascata infiammatoria.
I dati disponibili descrivono bene quindi quanto sia sbagliato diffondere messaggi allarmistici su problemi al cuore causati dai vaccini, soprattutto se li paragoniamo a ciò che sappiamo in materia di danno sul sistema cardiovascolare causato dall’infezione da SARS-CoV-2. Che il virus fosse molto pericoloso per il cuore lo si è ipotizzato subito, già con i primi dati provenienti dalla Cina. Oggi sappiamo bene che una percentuale variabile tra il 12 e il 20% dei pazienti ospedalizzati per Covid-19 subisce un danno cardiaco oggettivabile.
Addirittura, anomalie cardiache da miocardite sono presenti fino al 3% in pazienti giovani sani che contraggono in virus. Inoltre, i dati provenienti dalle cardiologie di tutto il mondo indicano chiaramente che, rispetto all’anno pre-pandemia, i casi di miocardite sono aumentati di oltre il 40%, con un importante contributo relativo del virus SARS-CoV-2.
Questi sono i dati successivi alla fase acuta. In più, si sta studiando oggi una sindrome complessa, chiamata Long-Covid, fortunatamente non frequente, di cui fanno parte una serie di sequele a lungo termine dopo l’infezione, che riguardano anche il cuore, di cui non sappiamo ancora la persistenza e la gravità.
Appare chiaro quindi quanto sia sproporzionato paragonare i vaccini al virus per quanto riguarda le problematiche cardiologiche. Ritengo doveroso ribadire che la vaccinazione oggi è lo strumento principale che abbiamo per proteggere noi stessi e coloro con cui veniamo in contatto dalla pandemia”, conclude Pompilio