Roma, 23 ottobre 2021 – “Il protocollo d’intesa tra Governo, Regioni, Federfarma e Assofarm prevede la somministrazione dei vaccini antinfluenzali in farmacia; prendiamo atto della disponibilità delle farmacie alla somministrazione dei vaccini ma ribadiamo che la somministrazione di un farmaco è un atto medico, con tutte le ripercussioni che questo può avere” così una nota della Segreteria Nazionale del Sindacato Medici Italiani.
“La medicina generale, in piena pandemia, ha somministrato milioni di dosi di vaccino antinfluenzale, raggiungendo larga parte della popolazione e contrastando con un intervento capillare la diffusione dell’influenza. La volontà politica di Governo e Regioni, invece, favorisce l’esternalizzazione di un servizio che da sempre è stato erogato, con successo dalla medicina territoriale. Sarebbe, come a parti inverse, sostenere che si abilitano gli studi medici alla vendita e alla dispensazione di farmaci” continua la nota del SMI.
“Nel merito della decisione che vede le farmacie coinvolte nella campagna antinfluenzale chiediamo al Ministro della Salute cosa faranno i medici di medicina generale delle dosi già conferite nei propri frigoriferi se i propri assistiti saranno invece vaccinati contro l’influenza presso gli Hub vaccinali anticovid o nelle farmacie? Quale soggetto istituzionale avviserà i medici di medicina generale dei nominativi dei pazienti a cui verranno somministrati i vaccini in altra sede, considerato che molti dei pazienti sono già stati preallertati ed assegnato a loro specifico appuntamento per il vaccino antinfluenzale?”.
“Prendiamo atto, ancora una volta, che ai decisori politici è mancato il coraggio di scommettere sui medici di medicina generale anche per quanto riguarda il vaccino antinfluenzale. Il medico di famiglia, ci preme ricordarlo, è il principale presidio del Servizio Sanitario Nazionale” conclude il SMI.