A cura del dott. Ettore Beghi, Dipartimento di Neuroscienze, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, Milano
L’attuale epidemia di Covid-19 rappresenta per i neurologi un’importante emergenza sanitaria per il crescente numero di disturbi a carico del sistema nervosa associati ai sintomi generali della malattia. La presenza di disturbi neurologici si associa ad una maggior severità di malattia e al persistere di sintomi al termine della fase acuta.
Le manifestazioni neurologiche sono il risultato di un’azione diretta del virus SARS-CoV-2 sul tessuto nervosa o di una sua azione indiretta sulla circolazione o sul sistema immunitario. Alcuni sintomi (mal di testa, dolori muscolari, capogiri) sono espressione di un banale quadro influenzale; altri (encefalite, crisi epilettiche) sono invece dovuti a un’azione diretta del virus sul sistema nervoso, e altri ancora (ictus cerebrale, danno a carico dei nervi periferici) ad azioni indirette.
In questo contesto si inseriscono i vaccini dai cui effetti possono dipendere alcuni sintomi neurologici in parte sovrapponibili a quanto osservato per effetto della malattia stessa. In un recente rapporto dell’AIFA sulla sorveglianza dei vaccini, relativo al periodo 27/12/20 – 26/1/21, i sintomi neurologici sono risultati al secondo posto dopo i disturbi nella sede di somministrazione del vaccino. Va però sottolineato che nella massima parte dei casi si è trattato di sintomi lievi e transitori (mal di testa, capogiri, sonnolenza, disturbi del gusto, formicolii).
Considerando la stretta correlazione accertata tra Covid-19 e disturbi neurologici, la Società Italiana di Neurologia (SIN) si è posta il problema di sorvegliare la campagna vaccinale per verificare se i vaccini possano essere responsabili dell’insorgenza di malattie neurologiche, nonostante i dati finora acquisiti ci possano tranquillizzare sulla loro sicurezza.
La gravità di Covid-19, con riferimento all’interessamento del sistema nervoso, giustifica l’esecuzione di uno studio sugli eventuali effetti indesiderati neurologici dei vaccini nella pratica clinica. La SIN si è posta pertanto l’obiettivo di verificare sul campo la sicurezza dei vaccini anti-Covid esaminando pazienti giunti all’osservazione del neurologo per una serie di malattie (ictus cerebrale, Alzheimer, Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica, epilessia, sclerosi multipla, malattie del midollo spinale e dei nervi periferici).
Questi pazienti saranno confrontati con un gruppo di controllo rappresentato da soggetti che non hanno contratto le stesse malattie. I soggetti di entrambi i gruppi saranno interrogati per verificare quanti in precedenza fossero stati sottoposti a vaccinazione anti-Covid. Solo se la percentuale di soggetti vaccinati sarà più elevata nei casi rispetto ai controlli, si potrà confermare la responsabilità del vaccino.
Lo studio sarà effettuato in 10 centri distribuiti sull’intero territorio nazionale e sarà completato dopo l’arruolamento di 400 casi e di 400 controlli.