Viterbo, 26 febbraio 2021 – Un sistema di unità speciali per rafforzare, sul territorio, l’assistenza ai malati Covid, che superi per capillarità e funzioni anche le Uscar, ovvero le Unità speciali di assistenza in continuità regionale messe in campo dalla Regione Lazio. Sono le UsCovid, create ad hoc dall’Asl di Viterbo per intervenire nella gestione del paziente affetto da Covid-19 a domicilio.
A spiegare la funzione delle UsCovid è Daniela Donetti, direttrice generale dell’azienda sanitaria viterbese, intervistata dalla Dire: “Le abbiamo costituite al principio della seconda ondata, in ottobre, quando anche la nostra provincia è stata colpita significativamente dal Coronavirus. Già ai primi giorni di ottobre avevamo capito che la circolazione del virus andava affrontata con un potenziamento immediato del servizio domiciliare sul territorio e lo abbiamo fatto con queste squadre, composte da medici e infermieri che gestiscono i pazienti a domicilio anche con supporto telefonico, evitando l’ingresso in ospedale, quando non necessario”.
“Ad oggi – prosegue Donetti – abbiamo risposto a più di 1000 chiamate, di queste il 30% sono state gestite con supporto solo telefonico, il 60% con intervento a domicilio. Al fine di potenziare la presa in carico del paziente con patologia più importante, abbiamo attivato una forte integrazione con la rete ospedaliera: tutta l’attività di diagnostica con Tac è stata gestita in sinergia tra UsCovid e ospedale di Belcolle. Grazie a queste squadre, non abbiamo avuto una grande pressione sull’ospedale, solo il 5% dei pazienti ha dovuto fare ricorso all’ospedalizzazione, riducendo così gli ingressi al pronto soccorso”.
Uno degli aspetti che Donetti sottolinea è anche il dimensionamento di queste unità speciali, un’azione calibrata in funzione delle necessità del territorio: “In una logica di flessibilità organizzativa siamo partiti con una, due, tre unità e poi abbiamo ampliato il numero delle squadre in relazione alle domanda di assistenza che cresceva. I medici e gli infermieri di UsCovid hanno lavorato a stretto contatto con la medicina generale e con i team operativi del Coronavirus che si occupano del contact tracing”.
Un’azione quindi in rete che ha seguito un flusso ben preciso, innescato dalla segnalazione del paziente da parte del medico di base, per passare all’intervento del team UsCovid e poi ricadere sull’attività di contact tracing condotta dai team operativi del Coronavirus.
“È stata una rete di prossimità – spiega Donetti – che ha ribadito quanto sia importante lavorare sul territorio: la medicina generale è stata ed è capillare sul territorio, i medici di base hanno bisogno di noi e noi abbiamo bisogno di loro per gestire e curare i pazienti. La medicina del territorio, con rete capillare che interviene nell’immediato, si è dimostrata anche qui sul territorio viterbese un argine anche per l’inappropriatezza dei ricoveri ospedalieri. Al tempo stesso questa strada ci indica che dobbiamo e possiamo ancora rafforzare la medicina del territorio, le UsCovid come le Uscar sono state un’intuizione felice. Questa esperienza la ripeteremo anche per altri tipologie di assistenza domiciliare, così come stiamo già utilizzando le UsCovid per fare i vaccini a casa dei cittadini”.