Una ‘penna’ dotata di magnete per la cura del glaucoma

Il team del dott. Carlo Salati, ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, ha testato Eyewatch per la prima volta in Friuli Venezia Giulia

Udine, 16 febbraio 2023 – Un sistema totalmente innovativo, che consente – tramite un piccolo magnete – un approccio più rapido e sicuro nella gestione della pressione intraoculare del paziente che soffre di glaucoma, malattia subdola, cronica e progressiva che colpisce il nervo ottico e che può portare alla perdita della vista.

Per la prima volta in Friuli Venezia Giulia, all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine,è stata testata una nuova tecnica chirurgica per il trattamento del glaucoma avanzato, spesso plurioperato. Alla base del sistema un dispositivo medico per il controllo della filtrazione chiamato “Eyewatch”che permette al chirurgo di regolare la pressione oculare con l’uso di una ‘penna’ dotata di magnete.

“Si tratta di una nuova tecnica che dà la possibilità di affrontare con maggiore sicurezza uno dei grossi problemi della chirurgia del glaucoma mediante impianti valvolari, ovvero il controllo pressorio nei primi giorni dopo l’intervento – spiega il dott. Carlo Salati, direttore della Struttura Operativa Complessa di Oculistica dell’Ospedale di Udine, che con il suo team ha eseguito il primo intervento con questa tecnica su un paziente di circa 60 anni.

“Il rischio, infatti, è che nei giorni successivi all’operazione si verifichino spesso complicanze legate ad aumenti o riduzioni della pressione endooculare difficilmente controllabili: attraverso questo sistema, invece, il controllo dell’apertura e chiusura della valvola può essere eseguito nelle fasi del post-operatorioin ambulatorio, attraverso appunto il dispositivo magnetico dedicato, senza passare dalla sala operatoria. Una volta trovato il target pressorio corretto il sistema funzionerà autonomamente”.

Ad oggi sono oltre 26mila, in regione, le persone affette da glaucoma, e di queste la metà afferisce alla provincia di Udine (13.681 casi, contro i 5.532 di Trieste, i 5.583 di Pordenone e i 2.079 di Gorizia). Secondo i dati riportati dall’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, inoltre, negli ultimi due anni – segnati dall’emergenza Covid – si è registrato un crollo delle diagnosi, molto probabilmente a causa dell’impossibilità di effettuare visite. Si tratta quindi di numeri importanti, che spingono l’ASUFC a sfruttare le eccellenze professionali di cui dispone.

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