Una nuova generazione di robot all’Ospedale Policlinico San Martino, un progetto regionale che guarda al futuro

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Presentati il robot chirurgico ‘Da Vinci’ e i risultati dei primi mesi di sperimentazione

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Genova, 17 maggio 2018 – Presso l’aula del Castello Simon Boccanegra dell’Ospedale Policlinico San Martino, alla presenza dell’assessore alla Sanità della Regione Liguria, Sonia Viale e delle direzioni di Alisa e delle principali aziende sanitarie della regione, sono stati ufficialmente presentati il Robot chirurgico ‘Da Vinci’ e il relativo progetto regionale di chirurgia robotica collegato a questa innovativa strumentazione.

La chirurgia robotica, nata negli anni ‘80 e sviluppata anche con il contributo della NASA interessata alla possibilità di effettuare interventi chirurgici guidati da terra su astronauti nello spazio, ha vissuto una progressiva evoluzione tecnologica generando l’interesse e le aspettative di professionisti e pazienti.

Il Robot ‘DaVinci’, da pochi mesi operativo presso l’Ospedale Policlinico San Martino, rappresenta la configurazione più moderna e tecnologicamente avanzata di questa strumentazione, indispensabile per l’evoluzione di un Ospedale hi-tech del futuro.

Ma cos’è un robot chirurgico e quali i vantaggi può offrire?
Si tratta di una apparecchiatura molto sofisticata che esegue, in tempo reale e con controllo estremamente preciso, gesti tecnici effettuati a distanza dal chirurgo. L’operatore siede a una ‘consolle’ che gli consente una visione tridimensionale ed ingrandita anche dei minimi dettagli del campo operatorio mediante un sistema di scopia ad alta definizione.

Attraverso comandi manuali che assomigliano a joystick e ad una pedaliera, l’operatore muove le articolazioni del robot compiendo gli stessi movimenti che compirebbe manualmente ma con maggior precisione e sicurezza: si riduce il traumatismo dei tessuti ed il margine di errore con una ripresa più rapida del paziente ed una significativa riduzione della fase di convalescenza.

Quindi non una macchina che opera autonomamente ma un esperto chirurgo che opera con maggior precisione grazie all’ausilio della macchina…
L’entusiasmo dei professionisti e le aspettative dei pazienti hanno determinato una rapida diffusione di questa tecnica con oltre 4 milioni di interventi chirurgici effettuati in tutto il mondo ed oltre 90 robot ad oggi installati in alcuni dei principali ospedali italiani.

L’utilizzo di apparecchiature così sofisticate è di norma riservato alla chirurgia più complessa e delicata ad opera di chirurghi esperti e specificamente formati: vengono solitamente effettuati interventi di chirurgia addominale oncologica (tumori del tratto gastrointestinale o uro-ginecologici) ma anche in altre sedi (ad esempio interventi sul torace) nel paziente adulto e nel bambino.

Da fine gennaio ad oggi al San Martino sono già stati effettuati 43 interventi di chirurgia oncologica maggiore (9 su tumori del retto, 7 del colon, 22 della prostata e 5 dell’apparato ginecologico) con ottimi risultati clinici ed una riduzione del 30% circa della degenza post-operatoria.

Perché una sperimentazione gestionale regionale?
Per quanto la chirurgia robotica abbia dimostrato risultati migliori rispetto alle metodiche tradizionali ed almeno equivalenti alle altre tecniche videolaparoscopiche, tuttavia questa tecnica non rappresenta ancora uno standard e non è inserita nei LEA per nessuna delle indicazioni per le quali viene di solito utilizzata.

Inoltre esiste un problema, rilevante e internazionalmente riconosciuto, di maggiori costi principalmente legati all’acquisizione e manutenzione della strumentazione ma anche all’acquisto dello specifico materiale di consumo da aziende che, a livello planetario, agiscono in regime di sostanziale monopolio. Secondo la letteratura l’incremento dei costi conseguente all’utilizzo di questa tecnologia potrebbe arrivare in media anche al 15-20%.

Da qui l’iniziativa di Regione Liguria: un unico centro di chirurgia robotica avanzata localizzato e gestito dall’Ospedale Policlinico San Martino a disposizione di tutti gli operatori qualificati della regione nonché della facoltà di Medicina dell’Università di Genova per la formazione dei nuovi specialisti.

Il San Martino garantirà, per un numero definito di interventi ogni anno riservati ai pazienti residenti e secondo regole condivise, un percorso di accesso alla strumentazione anche ai professionisti di altre aziende sanitarie della Liguria che ne facciano richiesta attraverso le proprie direzioni sanitarie.

Ciascun operatore potrà così utilizzare la strumentazione, la corrispondente sala operatoria e tutti i servizi utili a concludere in San Martino le procedure chirurgiche sui pazienti in cura presso la struttura sanitaria di appartenenza. Contemporaneamente sarà possibile raccogliere dati di “real life” per verificare il rapporto costo/efficacia di questa interessante ma ancora discussa tecnologia.

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