Milano, 21 dicembre 2015 – È una storia a lieto fine quella che si è conclusa al Policlinico San Donato. Il dott. Giuseppe Pomè, cardiochirurgo pediatrico, dell’unità di Cardiochirurgia dell’IRCCS Policlinico San Donato, ha dimesso un bambino di quattro mesi, tunisino, restituendolo alla sua giovane mamma dopo la correzione di una grave cardiopatia congenita.
Sono tantissimi i bambini operati a San Donato a pochi giorni dalla nascita, in quello che è ormai conosciuto come l’“Ospedale del Cuore” – la storia di questo bambino, tuttavia, è del tutto particolare: la sua cardiopatia, la trasposizione semplice dei grossi vasi, è un difetto congenito che normalmente viene diagnosticato già durante la gravidanza per via ecografica e che deve essere corretto il prima possibile – secondo le linee guida, entro un mese dalla nascita.
Le condizioni più difficili e senza possibilità di diagnosi precoce in cui si è svolta la gestazione di questo bambino hanno fatto sì che arrivasse all’attenzione del dott. Pomè all’età di quattro mesi.
“In questo tipo di pazienti – spiega il dott. Pomé – le due arterie che nascono dai ventricoli presentano una connessione invertita: l’aorta nasce dal ventricolo destro e l’arteria polmonare dal ventricolo sinistro, separando il circolo vascolare polmonare e quello sistemico. L’intervento mira a ricollegare i vasi arteriosi e le coronarie con i ventricoli appropriati ma già dopo il primo mese di vita i rischi operatori aumentano sensibilmente. Nel frattempo infatti le strutture cardiache si sono “disabituate” a sostenere la pressione a cui è sottoposto il cuore in un circolo sano”.
“Per questo – continua il dott. Pomé – abbiamo dovuto ‘allenare’ gradualmente il cuore di questo bambino all’anatomia corretta dall’intervento, collegandolo all’ECMO (Ossigenazione Extracorporea) per una settimana. L’ECMO è una tecnologia in grado di sostituire l’attività di cuore e polmoni quando questi hanno un importante deficit della loro funzione: abbiamo ‘dosato’ l’attività dell’ECMO e con il progressivo recupero della funzione contrattile del ventricolo sinistro abbiamo mano a mano ridotto l’assistenza della macchina, fino al momento in cui il cuore è stato in grado da solo di sostenere il circolo”.
Certamente un successo medico, ma anche il frutto della collaborazione tra i diversi soggetti coinvolti. Dal 2009 prosegue infatti una collaborazione tra il Policlinico San Donato e la Cassa Nazionale Assistenza Malattie della Tunisia che prevede la presa in carico dei pazienti con cardiopatie congenite complesse che non possono essere trattate in loco, sei missioni operatorie ogni anno e la formazione, tramite stage, del personale medico e paramedico. L’Associazione Silvia Procopio ha inoltre assistito i familiari del bambino, organizzando il viaggio e sostenendo le spese del trasferimento della mamma che ha così potuto accompagnare il bambino.
fonte: ufficio stampa