Dott. Gian Luca Grazi, direttore di chirurgia epatobiliopancreatica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena: “Sporadici i casi chirurgici riportati in letteratura di pazienti di questa età”. L’aspettativa di vita si allunga, la medicina evolve e l’età anagrafica non è più un tabù
Roma, 23 gennaio 2020 – È forte e gentile il signor Guido Portieri, proprio come la sua terra. Nato in un Comune aquilano nel luglio del 1928, ama tanto camminare, andare a funghi, raccogliere cicoria, allevare animali e coltivare l’orto con le sue mani perché “il sapore dei suoi pomodori è unico”.
“Non erano presenti alternative terapeutiche per questo caso – illustra Gian Luca Grazi direttore di chirurgia epatobiliopancreatica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena – in quanto le terapie percutanee e quelle endoarteriose, anche se disponibili nel nostro Istituto, non avrebbero garantito risultati terapeutici ottenuti. L’intervento è durato 3 ore e le condizioni del paziente sono apparse subito ottime. In letteratura sono riportati casi sporadici di interventi a questa età ma, visto l’allungamento della vita media, dovremo presto ampliare le casistiche di studio che in genere si fermano a 80 anni”.
“Mia madre è vissuta 111 anni – ci racconta il signor Guido con voce forte e chiara – il fratello 107 e via a scendere in famiglia ma sempre intorno ai 100. Fino a luglio guidavo per andare ogni settimana al mio paese. Sto benissimo, leggo molto e nel quartiere mi conoscono tutti, al bar mi chiamano nonno. Non mi piacciono i saccenti così quando non mi va di discutere faccio finta che sono più sordo di quanto lo sia in realtà. Vorrei continuare a coltivare l’orto se i figli me lo permetteranno”.
Non ha esitato un attimo a farsi operare, anzi sì, ma solo quando l’anestesista gli ha illustrato il consenso informato con i rischi insiti in qualsiasi intervento chirurgico. Ad agosto scorso il signor Guido ha ricevuto la diagnosi di tumore maligno del fegato localizzato nella zona centrale, nelle adiacenze delle strutture principali glissoniane del fegato.
Qualche consulto per capire se esistevano terapie mediche alternative all’intervento, qualche tentennamento da parte dei familiari ma alla fine il sig. Guido decide di farsi operare da Gian Luca Grazi, “indicatomi da molti come luminare”, che insieme al suo team ha asportato la massa tumorale di 9×7 centimetri di dimensioni. Il paziente il giorno dopo l’intervento si è alzato ed ha ripreso a mangiare, il ricovero è durato complessivamente meno di una settimana.
Una vita da manager il sig. Guido, vedovo con 3 figli, ancora oggi appena può si rifugia nella natura e su monti e borghi natii. Gli dicono di non mangiare saporito per via del diabete ma ad un abruzzese non si può chiedere tanto e così al team che lo ha curato dà appuntamento per un bel pranzo in terra d’Abruzzo.