Udine, 28 febbraio 2018 – Stop alle frequenti aggressioni e violenze fisiche e verbali contro i medici e gli operatori sanitari. L’Ordine dei Medici di Udine, attraverso il Presidente Maurizio Rocco, denuncia l’incremento di questi casi, l’ultimo consumatosi contro quattro professionisti, un medico e tre infermiere al CSM (Centro Salute Mentale) a Tarcento. Purtroppo il fenomeno delle violenze contro medici, infermieri e operatori sanitari sta crescendo a vista d’occhio. Si sta facendo ancora troppo poco.
L’appello è chiaro: “Chiediamo un intervento urgente alle istituzioni sanitarie regionali e alla dirigenza delle aziende sanitarie che certifichino in modo concreto la volontà di potenziare i sistemi di sicurezza delle sedi sanitarie a maggior rischio, contribuendo a restituire ai sanitari le certezze indispensabili per svolgere il loro delicato ruolo professionale”.
Rocco, oltre ad esprimere solidarietà, sostegno e pronta guarigione ai quattro sanitari, chiede l’intervento urgente del decisore politico affinché sia presente e operativa nei vari Presidi sanitari sul nostro territorio una postazione fissa di forze dell’ordine in modo da scongiurare simili episodi.
Il Presidente fa riferimento anche alle ripetute aggressioni contro i medici della Guardia medica e contro i medici-donna che rischiano, come purtroppo è già avvenuto, di subire anche violenze sessuali, per non parlare delle violenze nei Pronto Soccorsi
L’augurio del Presidente è che ci si muova prima di arrivare alla situazione fuori controllo registrata in Puglia dove l’Ordine ha tappezzato la città di manifesti.
“Siamo sempre in prima linea, in ogni sede, non solo dove si trattano pazienti con disturbi psichiatrici; rischiamo ogni giorno, chiediamo di essere tutelati e protetti”, aggiunge.
Infine, un altro capitolo preoccupa l’Ordine che si associa alle denunce della Federazione medici di medicina generale: “Da anni anche noi come Ordine professionale abbiamo chiesto una diversa programmazione per evitare di ritrovarci nei prossimi 5-10 anni senza medici di base e medici di certe specialità. Senza programmazione non c’è difesa del diritto alla salute costituzionalmente garantito. Siamo stanchi di ripetere le stesse cose, adesso vogliamo soluzioni!”.