Milano, 24 febbraio 2023 – Un anno fa la Russia lanciava una grande offensiva militare sull’Ucraina. Da allora, ogni giorno i civili continuano a soffrire e il Diritto Internazionale Umanitario viene violato. Un’escalation di violenza e devastazioni raccontata dall’ONG Azione contro la Fame in un Dossier pubblicato oggi, dal titolo “UCRAINA, UN ANNO DOPO”, che fa il punto sulla situazione nel Paese e nelle regioni limitrofe, analizza i bisogni umanitari e descrive il suo intervento sul campo.
Azione contro la Fame chiede una risoluzione politica del conflitto per porre fine a sofferenze umane ingiustificabili. In aggiunta alle violenze e alla devastazione, la guerra ha inoltre suscitato notevoli preoccupazioni per la sicurezza alimentare globale, un fatto che – per Azione contro la Fame – rivela l’inadeguatezza dei nostri sistemi alimentari e la necessità di riformarli.
L’offensiva militare in Ucraina ha innescato un massiccio e rapido spostamento di popolazione. Oggi, più di 8 milioni di ucraini hanno lasciato il loro Paese e più di 6 milioni hanno dovuto abbandonare le loro case per cercare rifugio in un’altra parte dell’Ucraina. In totale, quasi il 30% della popolazione ucraina è stata in qualche modo sfollata a causa del conflitto. Anche i bisogni umanitari sono enormi. Le agenzie delle Nazioni Unite stimano che 17,6 milioni di persone, tra cui più di 3 milioni di bambini, abbiano bisogno di assistenza umanitaria.
“La guerra in Ucraina ha provocato uno dei più grandi spostamenti di popolazione dalla Seconda guerra mondiale e un drammatico aumento dei bisogni umanitari nella regione – spiega Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la Fame – tuttavia, senza una soluzione politica al conflitto, i bisogni umanitari continueranno a crescere, soprattutto nelle aree colpite dal conflitto, dove si registra un gran numero di vittime civili e danni alle infrastrutture critiche. Chiediamo a tutti di proteggere lo spazio umanitario, di rispettare il diritto internazionale umanitario e di facilitare le operazioni umanitarie sul terreno”.
Per rispondere ai bisogni, Azione contro la Fame ha avviato progetti non solo in Ucraina, ma anche in Polonia, Romania e Moldavia. Ad oggi, più di 650.000 persone in quattro Paesi hanno potuto ricevere aiuti attraverso i progetti dell’organizzazione in settori diversi come la salute, la sicurezza alimentare e il potenziamento dell’accesso all’acqua, all’igiene e ai servizi igienici.
In questi mesi, Azione contro la Fame ha prestato particolare attenzione all’impatto più ampio di questa crisi sulla sicurezza alimentare globale. Dato il ruolo di primo piano dell’Ucraina e della Russia nel commercio alimentare globale, infatti, il conflitto e le sue ripercussioni hanno esacerbato la vulnerabilità dei sistemi alimentari locali, regionali e internazionali, già minacciati dal cambiamento climatico e dalla pandemia Covid-19.
“La guerra in Ucraina non è la causa della crisi alimentare in corso nel mondo, né di quelle future – spiega Garroni – le crisi alimentari sono il risultato di una moltitudine di variabili, come crisi economiche e sociali, crisi sanitarie, conflitti, problemi di governance, sistemi alimentari in crisi, sconvolgimenti climatici ed eventi meteorologici estremi”.
L’ultimo rapporto sullo stato dell’insicurezza alimentare nel mondo, pubblicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), mostra che oggi 828 milioni di persone soffrono la fame. Questa cifra è in costante aumento da diversi anni.
“La guerra in Ucraina ci mostra la fragilità dei nostri sistemi alimentari. Ci obbliga a rafforzare, a breve termine, i meccanismi di prevenzione delle carestie esistenti e, a lungo termine, a trasformare i nostri sistemi alimentari”, conclude Simone Garroni, Direttore generale di Azione contro la Fame.
Di seguito il Dossier “UCRAINA, UN ANNO DOPO”: