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Tutto quello che devi sapere sulle pipette elettroniche

Nei laboratori di chimica del liceo che hai frequentato o in quelli di biologia e medicina che mostrano spesso in TV potresti aver visto le pipette: lunghi tubi di vetro trasparente con cui gli addetti prelevano, misurano, trasportano e travasano le sostanze liquide da un contenitore all’altro.

Ciò che probabilmente non sai è che da qualche anno a questa parte esistono le pipette elettroniche. Come dice il loro nome, si tratta di moderni strumenti che sfruttano le nuove tecnologie per rendere più rapide e precise alcune operazioni di laboratorio.

In questo articolo vedremo come funzionano le pipette di ultima generazione e per quali compiti sono consigliabili.

Come funzionano le pipette elettroniche

Per capire come funzionano le pipette elettroniche è necessario partire da quelle tradizionali e graduate, come queste qui.

Una pipetta è un tubo forato trasparente e graduato che presenta a un’estremità una parte più sottile (chiamata “beccuccio”) e all’altra un rigonfiamento di gomma o PVC (chiamato “bulbo”). Quando si immerge il beccuccio nella sostanza e si preme e rilascia il bulbo, il vuoto d’aria che si viene a creare permette di prelevare il liquido nella pipetta. In un secondo momento, basta premere nuovamente il bulbo per riversare il liquido in un altro ambiente.

Le pipette elettroniche funzionano allo stesso modo, però tutto avviene in maniera elettronica. Questo modello di ultima generazione presenta un display che sostituisce la scala graduata e un pulsante che regola la pressione che viene eseguita da uno stantuffo collegato a una molla. Questi elementi permettono di recuperare e misurare le sostanze non viscose con lo stesso principio che sfruttano le pipette tradizionali.

In alcuni modelli, l’operatore può addirittura digitare il volume di liquido che deve essere raccolto e sarà la pipetta a determinarlo e prelevarlo grazie a dei sensori installati al suo interno che bloccano il pistone una volta raggiunta la quantità prestabilita.

I vantaggi della pipetta elettronica

Ormai, i tecnici di laboratorio di chimica, biologia e medicina sono abituati a usare entrambi i tipi di pipetta a seconda del compito che devono svolgere.

Le pipette elettroniche sono perfette quando si svolgono compiti ripetitivi che richiedono alta precisione, oppure quando ci sono grandi quantità di liquido che devono essere raccolti e misurati.

Le pipette elettroniche sono più precise di quelle manuali perché, al contrario delle dita umane, riescono ad applicare la stessa forza di pressione allo stesso angolo. Inoltre, il comodo display permette di eliminare l’errore umano nella lettura del volume di liquido raccolto.

Possiamo quindi affermare che le pipette elettroniche, grazie al loro design e alle funzionalità avanzate, fanno risparmiare tempo e fatica. Adesso immagina di trovarti in laboratorio e di dover eseguire delle diluizioni seriali.

Usando una pipetta graduata tradizionale, dovresti ogni volta premere il bulbo, avvicinare la pipetta alla faccia e tenerla perpendicolare al pavimento per leggere correttamente il volume del liquido recuperato e poi rilasciarlo nel nuovo contenitore. Dopo un po’, dovresti sicuramente fermarti per riposare gli occhi, ma soprattutto le mani.

Con una pipetta elettronica, invece, tutto il processo risulta più semplice, veloce e non richiede interruzioni. È lo strumento stesso a definire la quantità di liquido raccolto con grande precisione e, anche nel caso in cui non avesse questa funzione, è molto più comodo leggere i numeri su un display che su una scala graduata. Questo permette di ridurre gli errori di lettura che potrebbero compromettere l’intera procedura.

Inoltre, tutto il lavoro di raccolta viene eseguito dalle pipette stesse, riducendo di molto il carico di lavoro e lo sforzo che interessa le mani dell’operatore. Addirittura, alcuni modelli permettono di usare programmi automatizzati preimpostati.

Le pipette manuali sono strumenti più semplici e, di conseguenza, hanno un costo inferiore. D’altro canto, le pipette elettroniche riducono lo sforzo del pollice e del polso dei tecnici di laboratorio e la possibilità di errori.

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