In Italia oltre 2 milioni di persone soffrono di questo disturbo che causa dolore e formicolii alla mano, sintomi che peggiorano nella stagione fredda. Dal prof. Luca Russo ricercatore di Metodi e Didattiche delle Attività Motorie presso l’Università Telematica eCampus e docente in Ergonomia dell’Esercizio Fisico, alcuni preziosi consigli su come affrontare al meglio le temperature più rigide e un focus sui nuovi approcci diagnostici
Roma, 24 gennaio 2025 – Il tunnel carpale è uno stretto passaggio situato nel polso, attraverso il quale scorrono il nervo mediano e i tendini flessori delle dita. È delimitato dalle ossa carpali e dal legamento trasverso del carpo. Questa struttura anatomica gioca un ruolo cruciale nella funzionalità della mano, ma la sua conformazione anatomica la rende naturalmente suscettibile a compressioni nervose che generano la cosiddetta “sindrome del tunnel carpale” (STC).
In Italia ne soffre circa il 3-4% della popolazione adulta, con una frequenza maggiore nelle donne nella fascia tra i 40 e i 60 anni e più in generale in tutte le persone che svolgono lavori ripetitivi con le mani (l’uso del pc al primo posto), gli artigiani e chi pratica sport con sollecitazione del polso. In molti casi si assiste anche a una concausa connessa con gravidanza, diabete e artrite reumatoide.
Il disturbo si manifesta con formicolii e intorpidimento alle prime tre dita della mano, ma in alcuni casi il dolore può estendersi anche all’avambraccio. Spesso i sintomi peggiorano di notte. A questi si aggiungono debolezza nella presa e difficoltà nei movimenti fini.
“Il freddo effettivamente può accentuare i sintomi a causa della vasocostrizione, che può aumentare la compressione del nervo – afferma Luca Russo – a differenza di quello che comunemente si crede, però, gli sport invernali non sono necessariamente da evitare, ma è importante utilizzare guanti termici adeguati, eseguire esercizi di riscaldamento prima dell’attività e fare pause regolari”. È inoltre utile massaggiare delicatamente le mani per stimolare la circolazione ed evitare posizioni del polso forzate per lunghi periodi.
L’inquadramento della sindrome del tunnel carpale si basa solitamente su una combinazione di valutazione clinica e test strumentali. L’esame fisico prevede lo studio della sensibilità, della forza e dei riflessi della mano. È poi possibile ricorrere a esami strumentali quali elettromiografia e ecografia o risonanza magnetica del polso.
“Un approccio innovativo e tecnologicamente avanzato per la diagnosi e lo studio della STC è ora rappresentato dalla valutazione biomeccanica – prosegue il prof. Russo – ossia di un’analisi scientifica e sistematica del movimento umano che mira a studiare le forze interne ed esterne che agiscono sul corpo e come queste influenzano la mobilità”.
In particolare, i sensori inerziali rappresentano uno strumento all’avanguardia e non invasivo per la valutazione biomeccanica del polso nella STC. Questi dispositivi miniaturizzati sono in grado di fornire dati precisi sui movimenti articolari, garantendo un approccio oggettivo per la diagnosi precoce, il monitoraggio e la prevenzione di questa condizione, nonché per la gestione della fase di riabilitazione in caso di intervento chirurgico.
Il trattamento della sindrome del tunnel carpale può essere infatti di due tipologie: conservativo o chirurgico. La scelta dipende dalla gravità dei sintomi ma soprattutto dalla risposta ai trattamenti conservativi.
I trattamenti conservativi possono essere riassunti principalmente in:
- riposo e immobilizzazione del polso;
- terapia fisica e esercizi di stretching;
- farmaci antinfiammatori;
- iniezioni di corticosteroidi.
Il trattamento chirurgico invece prevede una decompressione del tunnel carpale, solitamente mediante attraverso tecnica endoscopica o a cielo aperto. A posteriori dell’intervento chirurgico segue solitamente un periodo di riabilitazione volto a recuperare la funzione persa.
Per concludere è giusto ricordare che esistono delle strategie e dei semplici accorgimenti per prevenire l’insorgenza della patologia: “Per prima cosa è importante mantenere una postura corretta mentre si lavora, specialmente se si trascorrono molte ore al computer, assicurandosi che il monitor sia all’altezza degli occhi e che le spalle siano rilassate. È una buona idea utilizzare una tastiera e un mouse ergonomici e regolare l’altezza della sedia e del tavolo in modo che i polsi siano in posizione neutra”.
“Fare pause brevi ogni 30-60 minuti ed eseguire esercizi di stretching per le mani e i polsi è utile per migliorare la flessibilità e ridurre la tensione. È inoltre possibile considerare l’uso di tutori o supporti per il polso, specialmente durante la notte o durante attività che richiedono un uso prolungato delle mani”, conclude il prof. Russo.