Chieti, 17 giugno 2022 – È stata individuata la via per utilizzare tecniche di analisi dei tumori a basso costo e ad alta produttività che permettano di selezionare rapidamente pazienti con tipi tumorali diversi per dimostrare la presenza di rare alterazioni molecolari. Il prof. Antonio Marchetti docente di Anatomia patologica presso il Dipartimento di Scienze Mediche, Orali e Biotecnologie dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, Direttore dell’Anatomia Patologica complessa e del Laboratorio di Diagnostica Molecolare Oncologica di Chieti, ha sviluppato una nuova strategia diagnostica basata su array di tessuto.
I tumori vengono campionati, prendendone un frammento, e collocati in ordine regolare su uno stesso supporto per poterli poi analizzare tutti assieme a basso costo e in tempi rapidi. Con questo nuovo approccio sono state riscontrate e descritte numerose alterazioni molecolari che possono permettere da subito trattamenti efficaci con farmaci jolly che sono detti agnostici perché agiscono solo in base all’alterazione molecolare indipendentemente dal tipo tumorale.
Per sviluppare queste tecniche la Società Italiana di Anatomia Patologica (SIAPeC) ha attivato il “Progetto Vita”, coordinato dal prof. Marchetti, che coinvolge 19 centri a livello nazionale, con 10.000 pazienti. È stata data particolare attenzione ai giovani pazienti oncologici che presentano più frequentemente alterazioni molecolari rare farmacologicamente trattabili.
“Il ‘Progetto Vita’- spiega il prof. Antonio Marchetti – introduce la possibilità di caratterizzare il tumore anche da un punto di vista molecolare più precocemente, al momento della diagnosi istologica. È una rivoluzione in termini clinici. Il patologo non attenderà più che l’oncologo richieda di analizzare il tumore del paziente. Quando è possibile lo anticipa e, appena dispone del tessuto del paziente, caratterizza il tumore a tutto tondo, dagli aspetti morfologici a quelli molecolari con le tecnologie più avanzate disponibili fino al sequenziamento massivo parallelo”.
“Questo approccio – aggiunge il prof. Marchetti – ‘reflex text’ è un test immediato, fatto al momento della diagnosi. Finora le principali limitazioni all’esecuzione di questo test sono stati i costi e la diffusione della tecnologia necessaria per ridurre i tempi di analisi su larga scala”.
“Ma le cose – annuncia il prof. Marchetti – stanno cambiando: il ‘Progetto Vita’, se applicato alla diagnostica di routine, riduce tempi e costi delle analisi nonché il sequenziamento per la caratterizzazione molecolare estesa del tumore. Sarà un vantaggio per l’oncologo e il paziente che può essere trattato immediatamente o può avere informazioni precise sul suo tumore utilizzabili al momento opportuno”.
“Disponiamo di nuove tecnologie che ci permettono di conoscere più precocemente le caratteristiche, anche molecolari, del tumore e comprendere meglio la patologia che abbiamo davanti per poterla trattare nel modo più opportuno. Siamo di fronte a una vera e propria svolta tecnologica che potrà condizionare l’approccio diagnostico-terapeutico al paziente oncologico in un prossimo futuro”, conclude il prof. Marchetti.