Tumori, il 76% degli italiani segue comportamenti a rischio

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Presentato al XVIII Congresso nazionale AIOM il progetto itinerante di prevenzione e innovazione in oncologia che toccherà 11 città. Il presidente Pinto: “Il nostro Paese investe in queste iniziative il 4% della spesa sanitaria. Andremo con un motorhome nelle piazze a spiegare gli stili di vita sani e le nuove armi contro la malattia”

fumo-e-alcolRoma, 28 ottobre 2016 – L’Italia si colloca negli ultimi posti per investimenti in prevenzione fra i 34 Paesi che fanno parte dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD). Infatti destiniamo solo il 4,2% della spesa sanitaria totale a queste attività. Troppo poco. Con preoccupanti conseguenze negative: il 76,5% della popolazione adulta presenta almeno un comportamento a rischio (fumo, alimentazione sbagliata e conseguente sovrappeso, sedentarietà o eccessivo consumo di alcol).

Arriva dal XVIII Congresso nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), che si apre oggi a Roma, l’allarme per la sottovalutazione di una delle misure cardine del sistema sanitario.

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Prof. Carmine Pinto

“Serve più impegno da parte di tutti, clinici, Istituzioni e cittadini – afferma il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM – Per questo lanciamo, sul modello dei festival della letteratura, il primo ‘Festival della prevenzione e innovazione in oncologia’ per spiegare agli italiani il nuovo corso dell’oncologia, che spazia dai corretti stili di vita, agli screening, alle armi innovative come l’immunoncologia che permette di migliorare la sopravvivenza a lungo termine in neoplasie difficili da trattare (ad esempio nel melanoma avanzato e nei tumori del polmone e del rene in fase metastatica) e le terapie a target molecolare, fino alla riabilitazione e al ritorno alla vita”.

“Grazie ai passi in avanti sul piano della prevenzione e dei trattamenti, non si deve più parlare di male incurabile – prosegue Pinto – E i cittadini devono conoscere gli importanti risultati raggiunti dalle ricerche scientifiche. La manifestazione itinerante toccherà, a partire da novembre, 11 città con eventi che dureranno tre giorni. Un roadshow che utilizzerà un motorhome adeguatamente personalizzato, cioè un pullman che si sposterà nelle varie tappe”.

Molti studi hanno dimostrato che il 40% dei tumori può essere evitato con uno stile di vita sano, ma ancora pochi italiani seguono queste regole: il 22% (over 15) fuma, il 45,1% della popolazione (over 18) è in eccesso di peso (35,3% in sovrappeso, 9,8% obeso), il 15,7% consuma alcol in modo eccessivo, 23 milioni e 524 mila persone (39,9% della popolazione di 3 anni e più) non praticano sport né attività fisica nel tempo libero.

“In ognuno degli 11 eventi saranno realizzati incontri nel motorhome – spiega il prof. Pinto – dove giovani oncologi spiegheranno le regole della prevenzione, l’importanza degli screening e l’impatto delle nuove armi. Sono cambiati i paradigmi della prevenzione sin dalla più giovane età, sono mutati le tecniche diagnostiche, la caratterizzazione genica, la riabilitazione e il ritorno alla vita, con la cronicizzazione di alcune forme di tumore, e l’innovazione terapeutica sta portando a una vera e propria rivoluzione nelle cure”.

Nel 2016 in Italia sono stimate 365mila nuove diagnosi di cancro, le guarigioni superano il 60% e toccano il 70% nei tumori più frequenti. Nelle città coinvolte nel “Festival” ci saranno anche incontri nei centri anziani e lezioni nelle scuole per spiegare il ruolo della prevenzione nelle diverse fasce d’età e il modo in cui le nuove terapie stanno cambiando la lotta alla malattia. Saranno organizzate passeggiate della salute, coinvolgendo le guide turistiche delle città. Durante gli eventi verranno anche distribuiti opuscoli informativi, questionari e sondaggi conoscitivi.

“La prevenzione è uno dei settori che fino ad oggi ha subìto in maniera più profonda le politiche di razionamento – continua il prof. Pinto – È infatti più facile tagliare gli investimenti a queste iniziative che possono garantire un ritorno solo a distanza di anni. Eppure è ben conosciuto l’impatto in termini economici della mancata prevenzione: un incremento consistente della spesa sanitaria per il peggioramento delle condizioni di salute della popolazione e un aumento della domanda e dei bisogni socio-sanitari, in particolare per la disabilità legata al numero crescente di patologie croniche. L’incremento degli investimenti in prevenzione dovrebbe portare in futuro a una riduzione del numero di persone da curare”.

Un esempio è proprio rappresentato dal melanoma, un tumore della pelle che nel 2016 in Italia farà registrare 13.800 nuovi casi. In questi anni sono state promosse molte campagne di sensibilizzazione sulle regole per la corretta esposizione al sole e oggi quasi l’80% delle diagnosi avviene in fase precoce, quando le possibilità di guarigione superano il 90% grazie alla semplice asportazione di un neo.

“Se invece viene individuato in fase avanzata abbiamo a disposizione armi efficaci – sottolinea il prof. Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione ‘G. Pascale’ di Napoli e coordinatore delle Linee Guida AIOM sul melanoma – Grazie all’immunoncologia il 20% dei pazienti colpiti dalla malattia metastatica è vivo a 10 anni. E l’associazione delle molecole immunoncologiche ha permesso di ottenere una sopravvivenza libera da progressione significativamente più lunga, tassi di risposta obiettiva più elevati e una riduzione notevole del volume del tumore. Queste terapie sono ben tollerate rispetto ai trattamenti standard con una migliore qualità di vita dei pazienti”.

Oltre agli stili di vita è essenziale migliorare anche l’adesione ai programmi di screening: in Italia nel periodo 2011-2012 solo il 60% delle donne (nella fascia d’età 50-69 anni) ha eseguito la mammografia (indispensabile per la diagnosi precoce del tumore del seno) e il 47,1% dei cittadini (50-69 anni) ha effettuato il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci per la diagnosi precoce del cancro del colon retto. Numeri ancora lontani dagli obiettivi, infatti questi tassi dovrebbero raggiungere valori ideali intorno al 75%.

“Ed è ancora bassa, pari al 40,8%, la percentuale di donne di età compresa fra 25 e 64 anni che nel 2012 ha eseguito il Pap test per la diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero – afferma il prof. Sandro Pignata, Direttore Oncologia Medica Uro-Ginecologica al ‘Pascale’ di Napoli – Questo tumore è uno dei più frequenti nelle under 50, al 5° posto con 2.300 nuove diagnosi stimate in Italia nel 2016. Inoltre abbiamo a disposizione un’arma efficace per prevenire questa neoplasia, la vaccinazione contro il Papilloma Virus Umano (HPV). Introdotta nel 2007/2008 nel nostro Paese per le dodicenni, questa misura di profilassi ha una copertura a macchia di leopardo che si è stabilizzata intorno al 71%. L’obiettivo iniziale del programma di immunizzazione prevedeva, entro i cinque anni dall’avvio, di ottenere una copertura uguale o superiore al 95%, con un ciclo completo di vaccino. Per questo è essenziale raggiungere il maggior numero di cittadini con iniziative di sensibilizzazione come il ‘Festival’”.

fonte: ufficio stampa

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