Arezzo, 22 marzo 2019 – Un supporto psicologico durante tutte le fasi della malattia oncologica, con l’obiettivo di facilitare le scelte terapeutiche; aiutare i pazienti a contenere i sintomi psicologici (distress, ansia, depressione, incertezza sul futuro, ecc); promuovere l’elaborazione cognitiva ed affettiva della malattia; mettere in atto interventi di counselling e supporto per le problematiche relative all’immagine corporea, la sessualità, la fertilità, la riabilitazione fisica, psicologica, sociale e lavorativa; aiutare, nei momenti di difficoltà, anche i familiari dei pazienti.
Sono questi gli obiettivi della psiconcologia, un’attività che all’ospedale San Donato di Arezzo è presente da tempo ma che, dallo scorso gennaio, ha avuto un nuovo impulso, soprattutto attraverso due decisioni: innanzitutto è stata istituita la UOSD di Psicologia Ospedaliera, diretta da Daniela Garzi. L’Unità Operativa consente un’organizzazione più efficace del lavoro e un miglior coordinamento.
Secondo aspetto, dopo alcuni anni di assenza la figura dello psicologo è stata reinserita nella Breast Unit, cioè il gruppo multidisciplinare che si occupa di donne con tumore alla mammella. La psicologia gioca, di fatto, un ruolo fondamentale nel percorso che queste donne si trovano a vivere.
Le due psicologhe che si occupano dei malati oncologici sono Silvia Peruzzi e Sara Fei. “L’accesso all’attività di psiconcologia può avvenire in tre modi – spiega Peruzzi – Con accesso diretto, cioè telefonando alla segreteria dell’Oncologia, tel 0575 255438, o tramite invio da parte dei medici o degli infermieri. Siamo presenti in tutte le fasi della malattia, dal momento della diagnosi in poi. Si possono rivolgere a noi anche coloro che sono seguiti in altre Aziende sanitarie o in altri ospedali che non rientrano nella Sud Est”.
“La nostra attività fa riferimento al San Donato ma ricordo che anche negli ospedali periferici, grazie alle borse di studio finanziate dal Calcit, sono previste ore di psiconcologia” dice Sara Fei.
“Negli ultimi tre anni abbiamo seguito oltre 300 pazienti, per un totale di 2315 prestazioni. La malattia oncologica – spiega Daniela Garzi – incide molto sulla qualità della vita affettiva, sociale e professionale. Lo psicologo, quindi, propone un percorso con livelli differenziati sulla base dei singoli casi e delle esigenze del paziente e dei suoi familiari Emozioni come la rabbia, la paura, il senso di colpa, possono prendere la forma di sintomi ansiosi e depressivi. Il nostro obiettivo è di migliorare la qualità della vita di queste persone e aiutarle a trovare dentro di sé le risorse e la forza per reagire. In questo nostro lavoro siamo sostenuti anche da numerose realtà associative e del volontariato, che ringrazio, perché con i loro progetti e le loro iniziative rappresentano un punto fermo sia per noi che per i pazienti”.
Numerose le testimonianze e i ringraziamenti di pazienti o familiari che hanno fruito del servizio di psiconcologia. Eccone due:
“Mi chiamo Roberto e a mia moglie, nell’estate 2016, è stato diagnosticato un tumore al seno. Questa notizia, per noi, non poteva essere più devastante e solo grazie al lavoro della psicologa, soprattutto nei miei confronti, ci ha permesso di superare momenti difficili. Vorrei far notare, quando si entra in certi percorsi (chemio, visite, operazioni, controlli ecc. ), che le difficoltà sono non solo per la paziente ma per tutto il nucleo familiare, in quanto si rimane coinvolti emotivamente, mettendo a dura prova i rapporti coniugali. Non posso che ringraziare chi ci ha seguito e aiutato in questo duro percorso”.
“Sono Donatella, ho 56 anni e nel 2018 mi hanno diagnosticato il cancro al seno. È cominciato il periodo più brutto della mia vita. Ho subìto un intervento chirurgico, 6 mesi di chemioterapia, radioterapia che sto ancora facendo. Certe esperienze ti devastano il corpo e l’anima. Durante il percorso oncologico ho saputo che, all’interno dell’ospedale, è attivo un supporto psicologico. Così sono diventata paziente della dr.ssa Daniela Garzi. Devo a lei la mia rinascita emotiva. Non finirò mai di ringraziarla per tutto l’aiuto che mi ha dato in questi mesi”.