Tumore della mammella Lo screening in Piemonte al centro del Workshop annuale

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Torino, 30 novembre 2016 – Giovedì 1° dicembre 2016 dalle ore 8.30 alle ore 16.15, presso l’Aula Magna A.M. Dogliotti dell’ospedale Molinette di Torino, si terrà il Workshop sui risultati del programma di screening della Regione Piemonte per il tumore della mammella Prevenzione Serena. Si tratta di una giornata di incontro e di aggiornamento annuale tra gli operatori, in occasione della quale sono presentati i risultati relativi all’ultimo anno di attività. Il Workshop è organizzato dalla Epidemiologia, Screening e Registro Tumori – CPO dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Città della Salute di Torino.

Da quasi 25 anni alle donne piemontesi (tra le prime in Italia) è offerto lo screening per la lotta contro il tumore della mammella. Il programma denominato “Prevenzione Serena”, attivo a Torino dal 1992 ed in tutta la regione dal 1996, invita tutte le donne, residenti e/o domiciliate di età compresa tra i 50 ed i 69 anni ad eseguire una mammografia ogni due anni. Dal 2006 la popolazione bersaglio è estesa, con accesso tramite adesione spontanea, alle donne nelle fasce di età 45-49 anni (con una mammografia ogni anno fino ai 50 anni) e 70-75 anni (una mammografia con cadenza biennale).

Gli studi scientifici dimostrano che lo screening mammografico riduce la mortalità per tumore al seno. Il programma Prevenzione Serena può evitare circa 150 decessi per cancro della mammella all’anno. Nel 2015 il 77,5% delle donne tra 50 e 69 anni (307.544) residenti / domiciliate in Piemonte sono state invitate ad effettuare una mammografia di screening. Il 65,3% di queste donne ha aderito all’invito e nel 2015 sono state effettuate un totale di oltre 216.000 mammografie di screening. Nell’anno considerato sono stati diagnosticati 1.176 tumori maligni in donne di età 45-75 anni. Dei 1.023 carcinomi invasivi, il 21% era di dimensioni pari o superiori a 2 cm, mentre, al di fuori dello screening, la quota di tumori di queste dimensioni è di più del 50%. La prognosi dei tumori piccoli è decisamente favorevole ed il trattamento può essere meno traumatico per la donna. Nell’86% di questi casi il trattamento chirurgico è stato conservativo, cioè ha risparmiato la maggior parte della mammella con esiti estetici generalmente soddisfacenti.

Prevenzione Serena mira ad offrire alla popolazione femminile piemontese, indipendentemente dallo status socioeconomico, prestazioni efficaci, appropriate e sottoposte a controlli di qualità e processi di miglioramento continuo, nonché derivanti da un rigoroso confronto tra benefici e possibili rischi / effetti collaterali. Questi ultimi, infatti, ed in particolar modo la sovradiagnosi, sono al centro di un ampio dibattito nella comunità scientifica. A tal fine, di fondamentale importanza è la comunicazione alle donne per consentire una decisione informata e consapevole. Il programma partecipa ad un progetto in collaborazione con l’Istituto Mario Negri di Milano, che ha l’obiettivo di creare uno strumento di informazione/decision-aid (piattaforma web multilivello e interattiva) per le donne che vengono invitate a partecipare allo screening mammografico, utile in particolare al processo decisionale che una donna deve mettere in atto prima di decidere se accettare o meno l’invito allo screening mammografico.

Negli ultimi anni sta aumentando l’interesse verso strategie alternative per lo screening del tumore della mammella. Inoltre cresce l’attenzione ad integrare interventi volti al miglioramento degli stili di vita con i percorsi di diagnosi precoce. Ad esempio il programma Prevenzione Serena è impegnato nel progetto Proteus Donna, che si rivolge alle donne 46-68enni invitate al programma e prevede l’arruolamento di circa 79.000 donne afferenti a due centri di screening torinesi. Lo studio intende valutare vantaggi e svantaggi della Tomosintesi (mammografia 3D) in aggiunta alla mammografia 2D come test di screening.

Valuterà inoltre la differenza tra le due metodiche principalmente sulla base del tasso dei rispettivi cancri intervallo. Inoltre, nell’ambito della prevenzione secondaria è stato avviato il Progetto FUCSAM, che ha l’obiettivo di stimare l’impatto di un intervento mirante a modificare lo stile di vita dei pazienti in follow-up dopo trattamento di tumori del colon-retto e della mammella, seguiti presso i diversi GIC (Gruppi Interdisciplinari e Cure) della Rete Oncologica. Le visite di follow-up programmate ad intervalli prefissati possono rappresentare momenti in cui offrire indicazioni relative ai cambiamenti dello stile di vita (promozione dell’attività fisica, miglioramento delle abitudini alimentari) che possono influire positivamente sulla prognosi.

fonte: ufficio stampa

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