Uno studio multicentrico coordinato da IEO dimostra la superiorità del trattamento rispetto a quello tradizionale
Milano, 28 settembre 2022 – La chemioterapia per il tumore del seno è più efficace se viene assunta in modalità “metronomica”: farmaci in pillole a basse dosi da assumere a casa propria in modo continuativo , invece che in ospedale per endovena a dosi più alte. Lo dimostrano i risultati dello studio multicentrico nazionale METEORA, coordinato dall’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), presentati in anteprima all’ultimo congresso ESMO (European Society of Medical Oncology) a Parigi.
L’obiettivo dello studio, a cui hanno partecipato 15 Centri italiani, era confrontare i risultati ottenuti con la somministrazione tradizionale e quella metronomica nelle donne con tumore del seno metastatico “luminale” (che rappresenta il 70% di tutti i tumori mammari), con recettore ormonale positivo. Tra settembre 2017 e gennaio 2021, sono state randomizzate 140 donne con tumore del seno ER+/HER2 metastatico.
“La terapia metronomica trae il suo nome dal metronomo che in musica “batte il tempo”: si seguono ritmi diversi per l’assunzione dei farmaci, per ottenere benefici prolungati e minore tossicità – spiega la dott.ssa Elisabetta Munzone, Vice Direttore della Divisione di Senologia Medica IEO e primo autore del lavoro – I risultati preliminari dello studio, di prossima pubblicazione su una rivista scientifica internazionale, non lasciano dubbi sulla sua superiorità rispetto alla chemio via endovena: la terapia metronomica rallenta il tempo di progressione di malattia di circa 4 mesi e riduce il rischio di dover interrompere la terapia per effetti collaterali, con un vantaggio in termini di tempo di 3 mesi e mezzo”.
“Il beneficio più evidente è però per la qualità di vita della donna: le pazienti non perdono i capelli e non sono costrette a recarsi una volta al mese in ospedale per ricevere un’alta dose di farmaci, tutta concentrata nel solo tempo dell’infusione, che spesso causa effetti avversi importanti – prosegue Munzone – Le tossicità ci sono anche con la somministrazione metronomica, ovviamente. Ma la grande differenza è che possono essere gestite modulando i tempi e i modi dell’assunzione della terapia in base alle caratteristiche individuali di ogni paziente, il suo stile e progetto di vita e la sua personale risposta ai farmaci. Pertanto la raccomandazione, anzi la necessità assoluta, è che le pazienti assumano la terapia metronomica sotto la guida di centri oncologici superspecializzati”.
“In IEO da oltre vent’anni sviluppiamo la terapia metronomica e i nostri dati a supporto sono progressivamente aumentati nel tempo – aggiunge il dott. Marco Colleoni, direttore della Senologia Medica e coautore dello studio – È chiaro da tempo che l’uso prolungato non provoca tossicità cumulativa e quindi la malattia può essere tenuta sotto controllo per più anni, con il minimo impatto possibile sulla vita della donna. Mancava però uno studio di confronto di efficacia con la somministrazione tradizionale. Ora gli ottimi risultati di METEORA supportano ulteriormente questa opzione terapeutica”.
“Ora continueremo a studiare – continua Munzone – Sappiamo che i migliori risultati terapeutici della terapia metronomica sono dovuti al diverso meccanismo d’azione del farmaco che, diluito nel tempo, riesce non solo a neutralizzare le cellule cancerose, ma anche ad alterare il loro microambiente cellulare, con un’azione antiangiogenetica e di stimolo al sistema immunitario. Quindi si apre un nuovo capitolo di ricerca sui molteplici processi e i diversi target della terapia e su come ottenere risultati di efficacia sempre migliori”.