Prof. Gianluca Sala, docente di Biochimica presso il Dipartimento di Tecnologie Innovative in Medicina & Odontoiatria dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara e co-autore dello studio: “Sebbene le terapie a bersaglio molecolare e l’immunoterapia abbiano aumentato in maniera significativa la sopravvivenza dei pazienti affetti da cancro al polmone, l’insorgenza di fenomeni di resistenza legati alle terapie rappresenta un grave problema a livello clinico”
Chieti, 31 marzo 2022 – È stato pubblicato sulla rivista internazionale Cell Death & Disease, uno studio sulle potenzialità terapeutiche di una nuova combinazione di farmaci a bersaglio molecolare per la cura di un particolare tipo di tumore del polmone. Lo studio è il frutto di una collaborazione tra i ricercatori del CAST (Center for Advanced Studies and Technology) dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, del King’s College di Londra coordinati dal professor Tony Ng, e di MediaPharma, biotech nata nel 2009 come spin-off della “d’Annunzio”.
Gli studiosi hanno dimostrato che per mezzo della terapia di combinazione con l’anticorpo monoclonale anti-HER-3, chiamato EV20, è possibile contrastare l’insorgere della di resistenza all’Osimertinib, farmaco utilizzato in prima linea nel trattamento di pazienti affetti da carcinoma del polmone con mutazioni del recettore EGFR.
“Il tumore del polmone – sottolinea il prof. Gianluca Sala, docente di Biochimica presso il Dipartimento di Tecnologie Innovative in Medicina& Odontoiatria della “d’Annunzio” e co-autore dello studio – rappresenta la prima causa di morte per neoplasia nei paesi industrializzati. Sebbene le terapie a bersaglio molecolare e l’immunoterapia abbiano aumentato in maniera significativa la sopravvivenza dei pazienti affetti da cancro al polmone, l’insorgenza di fenomeni di resistenza legati alle terapie rappresenta un grave problema a livello clinico”.
“Questo nuovo studio, seppur preclinico – spiega il prof. Sala – identifica una nuova efficace formulazione terapeutica composta da due farmaci a bersaglio molecolare, un inibitore chimico delle tirosin-chinasi (small molecule) e un anticorpo monoclonale (immunoterapico). È importante notare – conclude il prof. Gianluca Sala – che questo studio pone le basi molecolari per sviluppare terapie di combinazione personalizzate trasferibili alla sperimentazione sull’uomo in tempi ragionevolmente rapidi”.