Tumore del collo dell’utero, vaccinazione precoce per sconfiggere la neoplasia

Roma, 18 novembre 2024 – Ieri è stata celebrata la Giornata Internazionale per l’eliminazione del Tumore della cervice uterina, una ricorrenza che pone l’accento sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce di una delle forme di cancro che più colpisce le donne giovani.

“Il tumore del collo dell’utero – ha dichiarato Vittorio Unfer, presidente della società scientifica internazionale EGOI-PCOS – è causato principalmente dal Papilloma virus, un virus trasmissibile sessualmente che può avere effetti devastanti. Esistono oltre un centinaio di varianti di questo virus, ma solo alcune sono ad alto rischio oncologico. La vaccinazione, che oggi viene somministrata alle ragazze e ai ragazzi di 11 anni, è il nostro principale alleato nella prevenzione. È importante non solo per le donne, ma anche per i ragazzi, dato che il virus può colpire anche gli uomini, causando tumori come quello del pene e dell’ano, in particolare tra i giovani omosessuali”.

Ogni anno, in Italia si registrano circa 2.500 nuovi casi di tumore del collo dell’utero, e, purtroppo, circa il 35% delle donne diagnosticate con questa patologia non supera il quinquennio. Fortunatamente, grazie agli strumenti diagnostici moderni, come il Pap test e l’HPV test, è possibile identificare precocemente il rischio di sviluppare il cancro, ma la vera arma contro questa malattia resta la prevenzione primaria: la vaccinazione.

“Alcuni Paesi, come l’Australia – ha sottolineato l’esperto – stanno facendo passi da gigante. Entro dieci anni, l’Australia punta a raggiungere l’obiettivo di eliminare il tumore del collo dell’utero grazie a una combinazione di vaccinazione universale e screening regolari. Il virus è presente in circa l’80% della popolazione, ma solo una piccola percentuale di persone sviluppa il tumore, a causa della persistenza del virus nel corpo. Quando il virus persiste oltre i dodici mesi, il rischio di sviluppare lesioni cancerogene aumenta esponenzialmente”.

Secondo Vittorio Unfer è di primaria importanza estendere la campagna vaccinale anche ai ragazzi. “Non solo le donne, ma anche gli uomini devono essere vaccinati. Il Papilloma Virus è responsabile anche di tumori in ambito maschile e la vaccinazione precoce rappresenta l’unico modo per fermare questa emergenza sanitaria”.

Inoltre, il prof. Unfer ha spiegato che, sebbene la vaccinazione sia la principale forma di prevenzione, esistono anche altre armi, come l’uso di sostanze naturali, tra cui gli estratti di tè verde e vitamine, che hanno dimostrato di aiutare a controllare la persistenza del virus e a ridurre il rischio di sviluppare lesioni cancerogene, soprattutto nei pazienti immunodepressi.

“Le donne e gli uomini giovani devono essere consapevoli dei rischi legati al Papilloma Virus e adottare misure di protezione, come la vaccinazione e l’uso di preservativi. Il nostro sistema sanitario ha strumenti potenti per combattere il tumore del collo dell’utero, ma è fondamentale agire prima che sia troppo tardi”, ha concluso Vittorio Unfer, docente di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università UniCamillus di Roma.

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