Tumore collo dell’utero, fondamentale screening per diagnosi precoce e prevenzione. Workshop a Riccione

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Forlì, 27 maggio 2019 – Si svolgerà dal 30 al 31 maggio prossimi a Riccione, presso l’hotel Nautico, il Convegno Nazionale GISCi (Gruppo Italiano Screening Cervicale) e sarà anticipato il 29 maggio dal workshop congiunto ONS (Osservatorio Nazionale Screening)/GISCi interamente dedicato ai vaccini HPV e la loro sinergia con lo screening per la diagnosi precoce e la prevenzione del tumore del collo dell’utero.

Il Congresso Nazionale GISCi, quest’anno particolarmente significativo poiché celebra i 20 anni di attività della società scientifica e della diffusione dello screening del collo dell’utero a livello nazionale, vedrà la partecipazione di circa 200 tra medici, biologi, ostetriche, infermieri professionali, biostatistici ed altri operatori sanitari che si occupano in Italia dello sviluppo, del monitoraggio della qualità e dei risultati e del percorso diagnostico-terapeutico di questo programma di screening.

Durante il congresso verranno affrontate le tematiche principali che spaziano dall’organizzazione e la valutazione dei risultati ottenuti dal programma di screening in Italia in questi 20 anni e a seguito della recente introduzione del test HPV, agli ultimi aggiornamenti sulle applicazioni dei corretti protocolli diagnostici e terapeutici.

Infine verrà dato spazio alle problematiche e agli strumenti comunicativi che estrema importanza hanno in tale ambito e ai gruppi di lavoro multidisciplinari.

“Nel  nostro territorio – spiega la dottoressa Debora Canuti, responsabile del programma degli screening oncologici Ausl Romagna – gli screening oncologici sono stati attivati, come da indicazioni regionali, a partire dal 1996. La popolazione sana, in età giudicata a rischio, è stata da allora invitata ad eseguire gratuitamente il pap-test ogni 3 anni per le donne in età tra i 25 e i 64 anni. Dal 2016 il programma di screening cervicale ha visto in Emilia-Romagna l’introduzione di un’importante novità, il test HPV (test molecolare più sensibile del pap test per le donne al di sopra dei 30 anni) che viene ora offerto ogni 5 anni alle donne in età compresa tra i 30 e i 64 anni, mentre per le donne tra i 25 e i 29 anni il pap test triennale resta il test più valido per prevenire il tumore al collo dell’utero. Il ‘percorso’ previsto per ogni donna che partecipa al programma di screening prevede, qualora ritenuto necessario, ulteriori esami di approfondimento tutti gratuiti”.

“In Romagna l’adesione allo screening per il tumore del collo dell’utero si aggira sul 60%, valore considerato desiderabile per l’efficacia del programma. Questo screening in 20 anni ha consentito di diagnosticare migliaia di lesioni precancerose, trattate in ambulatorio evitando la loro probabile progressione a tumore. Ricordiamo che solo un livello di adesione costantemente al di sopra dello standard può permettere il raggiungimento dell’obiettivo principale degli screening e cioè la riduzione di mortalità per il tumore del collo dell’utero, pertanto tutti i nostri sforzi sono orientati ad incrementare il più possibile l’adesione delle donne”, conclude la dott.ssa Canuti.

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