Tumore al pancreas, fattori di rischio e sintomi. Chirurgia robotica e laparoscopica in un video

Nel 2022 il team del nosocomio di Acquaviva delle Fonti ha realizzato ben 45 resezioni per tumori pancreatici, il doppio rispetto all’anno precedente. In un nuovo video il dott. Riccardo Memeo, Direttore dell’U.O.C. di Chirurgia Epatobiliare e Pancreatica del Miulli, spiega il modus operandi della sua equipe e l’importanza dell’utilizzo delle più moderne tecnologie per la chirurgia robotica e laparoscopica

Bari, 9 febbraio 2023 – Anno record per gli interventi di tumore al pancreas al Miulli. Nel 2022 le resezioni per tumori pancreatici sono state ben 45, il doppio rispetto all’anno precedente. Grazie all’utilizzo delle più moderne tecnologie – come la chirurgia robotica e laparoscopica con cui è stata svolta quasi metà degli interventi – il volume di pazienti trattati per questa patologia è continuata a crescere e ha interessato persone non solo pugliesi ma anche provenienti da extra-regione. Allo stesso modo, le persone trattate in ospedale per neoplasie pancreatiche sono state oltre 400, numero ancora una volta in aumento rispetto all’anno precedente.

In un nuovo video, il dott. Riccardo Memeo, Direttore dell’U.O.C. di Chirurgia Epatobiliare e Pancreatica del Miulli, spiega il modus operandi della sua equipe e l’importanza dell’utilizzo delle più moderne tecnologie per la chirurgia robotica e laparoscopica.

Qualora nel percorso di cure sia stata scelta la chirurgia come trattamento, è infatti doveroso per il paziente informarsi su quanti casi di chirurgia pancreatica vengano svolti nel centro in cui ci si affida, sapendo che attualmente un minimo di 25 interventi annui per tumore al pancreas è richiesto per poter definire un centro come “esperto in patologia pancreatica”, sebbene nella realtà italiana molti ospedali trattino questa patologia senza avere le competenze necessarie e dunque penalizzando il malato. In presenza dei requisiti sopra citati, il paziente può sentirsi preso in carico in un centro competente nella gestione del tumore al pancreas.

Questo incremento rende il Miulli una delle più importanti realtà italiane nella cura al tumore al pancreas, grazie al quotidiano impegno multidisciplinare di tutto il personale medico e paramedico che ogni giorno riesce a offrire ai propri cittadini una valida offerta in campo assistenziale.

La lotta al tumore al pancreas colpisce circa 15.000 pazienti ogni anno in Italia e resta un nemico difficile da combattere. Spesso, infatti, la diagnosi è realizzata troppo tardi e la chirurgia può essere applicata solo a meno del 20% dei pazienti. Attualmente questa neoplasia rappresenta nei paesi occidentali la quarta causa di morte per tumore e si stima che entro il 2030 possa diventare la seconda causa di morte per tumore. Sebbene negli ultimi anni siano stati realizzati importanti progressi nel percorso di cura per questo tumore, i risultati restano ancora preoccupanti, perché a cinque anni dalla diagnosi solo il 10% dei pazienti è ancora vivo.

Grazie ai progressi nel campo della ricerca, il numero di chemioterapie e la sua migliore somministrazione permettono di avere più possibilità di cure e grazie anche al progresso della ricerca è possibile identificare con test genetici persone che risultino essere più a rischio di sviluppare questo tipo di tumore. La diagnosi precoce è molto difficile, perché i sintomi in fase iniziale sono aspecifici e tendono a manifestarsi quando la malattia è già presente, con ittero (ostruzione delle vie biliari), dolore persistente alla schiena, perdita di peso e insorgenza improvvisa di diabete.

Fattori di rischio per lo sviluppo di neoplasie pancreatiche sono il fumo, diabete, obesità e vita sedentaria, oltre ad un importante ruolo della familiarità. In merito a questo discorso, da tempo gli specialisti sottolineano l’importanza di rivolgersi ad un centro di riferimento di chirurgia pancreatica, che attualmente vengono identificati come centri che svolgono un alto numero di interventi con una mortalità postoperatoria ridotta.

È diritto fondamentale, e deve essere richiesto dal paziente, al fine di verificare la serietà del centro a cui ci si affida, che venga prodotta una documentazione scritta che certifichi che il caso sia stato discusso da tutti gli specialisti del team multidisciplinare e quale decisione sia stata collegialmente presa al fine di identificare il miglior percorso di cure per il paziente.

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