Ferrara, 15 novembre 2023 – Il 16 novembre ricorre la Giornata Mondiale del tumore al Pancreas. Una ricorrenza molto importante, in quanto questa patologia rappresenta ancora una sfida importante in ambito oncologico. In Italia ogni anno vengono diagnosticati oltre 14.500 nuovi casi (con una prevalenza per il sesso maschile), e la probabilità di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi rimane ancora purtroppo bassa, anche se triplica per chi supera il primo anno dopo la scoperta della malattia.
Nella nostra regione, secondo i dati del registro Tumori, sono oltre 1.200 i nuovi casi ogni anno, il 10% circa dei quali vengono diagnosticati sul territorio della provincia di Ferrara.
“È molto importante – spiega il prof. Antonio Frassoldati, Capo Dipartimento interaziendale di Onco-Ematologia – cercare di prevenire la comparsa di questo tumore. O comunque di diagnosticarlo in fase precoce. Evitare di fumare, ridurre il peso corporeo, fare attività fisica costante, ridurre il più possibile il consumo di alcol e di grassi animali ed aumentare l’assunzione di frutta e verdure sono tutte azioni che ciascuno può compiere e che si associano ad una minore probabilità di sviluppare questo tipo di malattia”.
“Altrettanto importante è ricercare la presenza di una possibile predisposizione, in particolar modo quando si osservano altri casi di questo tumore nei familiari, o se ricorrono altre forme cancerogene, come quelle alla mammella o alla prostata, soprattutto se in età giovanile – continua Frassoldati – In questi casi è possibile indagare la presenza di particolari alterazioni genetiche, la cui presenza può suggerire l’esecuzione di esami utili ad una diagnosi precoce. Il riconoscimento di questa malattia, spesso subdola, in fase iniziale è in ogni caso importante per consentirne l’asportazione chirurgica e per migliorare la prognosi”.
Nelle Aziende Sanitarie ferraresi è attivo da molti anni un gruppo multiprofessionale e multidisciplinare dedicato alle patologie del pancreas, composto da gastroenterologi, radiologi, anatomopatologi, chirurghi, oncologi e radioterapisti, che si è arricchito recentemente del supporto di specialisti esterni, e che permette anche una gestione centralizzata in centri ad alto volume chirurgico dei casi particolarmente complessi.
La diagnostica dei tumori pancreatici peraltro richiede un’elevata esperienza, sia dal punto di vista radiologico (per la necessità di studiare i rapporti della malattia con i vasi sanguigni e con l’albero biliare), che da quello endoscopico (con procedure interventive di biopsia in ecoendoscopia, e di posizionamento di protesi in caso di ostruzione delle vie biliari o delle vie digestive) ed anatomopatologico.
Nel 2023 sono stati finora trattati dal gruppo multidisciplinare epatobiliopancreatico delle Aziende Sanitarie di Ferrara 55 pazienti, e nel 20% dei casi sono stati effettuati interventi di chirurgia maggiore. La stessa percentuale di paziente è quella candidabile a una chirurgia con intento “curativo” e in alcuni di essi è possibile ottenere questo risultato attraverso una chemioterapia aggressiva pre-operatoria.
“Nei casi operati – prosegue il prof. Frassoldati – poi anche la chemioterapia postoperatoria – o la chemio radioterapia nei casi di chirurgia non radicale – ha ottenuto miglioramenti, seppure limitati, della prognosi. Nella fase avanzata della malattia, la terapia ha fornito finora risultati complessivamente insoddisfacenti, e riveste un ruolo prevalentemente palliativo. Qualche prospettiva sembra venire dalla possibilità di personalizzare le terapie in base alla presenza di particolari alterazioni, che possiamo indagare con sofisticate analisi molecolari, che tuttavia sono presenti solo nel 10-15% dei casi”.
“La ricerca di nuove strategie di trattamento – conclude il prof. Frassoldati – rimane quindi essenziale in questa malattia, così come rimane importantissimo un approccio multidisciplinare, come avviene nelle nostre Aziende Sanitarie, per offrire in ogni caso il miglior percorso possibile di diagnosi e cura ai pazienti affetti da tumore al pancreas”.