Roma 10 ottobre 2024 – Domenica 13 ottobre si celebra in tutto il mondo il World Trombosis Day. Ogni anno nel mondo si verificano 10 milioni di casi di Trombosi venosa ed Embolia polmonare, che complessivamente prendono il nome di Tromboembolismo Venoso (TEV).
Dopo la cardiopatia ischemica e l’ictus cerebrale ischemico il TEV è la patologia cardiovascolare più frequente e causa importante di mortalità e morbilità: è al terzo posto tra le cause di morte nella popolazione generale ed al primo posto nei pazienti ospedalizzati. Tuttavia, mentre l’impatto di infarto e ictus sulla mortalità e disabilità globali è ben riconosciuto e percepito, non lo è altrettanto quello del TEV.
La trombosi venosa profonda si verifica quando si forma un coagulo di sangue (trombo) nel distretto venoso, più frequentemente in una vena profonda degli arti inferiori. Il distacco di questo trombo e la sua migrazione a livello polmonare da origine all’embolia polmonare, complicanza potenzialmente letale della trombosi venosa profonda.
Il dott. Andrea Garascia – Chairman Area Malattie del Circolo Polmonare ANMCO e Direttore Cardiologia 2 – Insufficienza Cardiaca e Trapianti dell’Ospedale Niguarda di Milano – ha spiegato: “da un punto di vista epidemiologico il TEV è generalmente più frequente nelle donne in età fertile (probabilmente a causa dell’uso di contraccettivi ormonali e della gravidanza), mentre gli uomini hanno un tasso di incidenza più elevato al di sopra dei 45 anni. Il TEV è in costante aumento per diversi motivi, fra i quali l’allungamento della vita media, l’incremento della chirurgia geriatrica e delle patologie traumatiche. Esistono dei fattori generici che possono facilitare l’insorgenza di TEV quali l’obesità, il fumo, le malattie infiammatorie intestinali. Altri fattori circostanziali possono essere l’immobilità prolungata, le fratture o esiti di chirurgia ortopedica, l’assunzione di estroprogestinici, e le neoplasie. Importante conoscere i fattori predisponenti per poterli contrastare mediante determinati comportamenti (stretching muscolare o blande passeggiate o calze elastiche durante viaggi lunghi) oppure mediante profilassi con anticoagulanti”.
Il prof. Domenico Gabrielli – Presidente Fondazione per il Tuo cuore e Direttore Cardiologia dell’Ospedale San Camillo di Roma – ha sottolineato: “conoscere la trombosi significa curarla e salvare delle vite e per questo la diagnosi precoce è fondamentale. Se ci si focalizza ad esempio sui pazienti ricoverati, solo 25 su 100 sanno che il fatto stesso di essere ricoverati in ospedale aumenta la probabilità di Trombosi. È importante conoscere e riconoscere i sintomi più frequenti che accompagnano il TEV per ridurre il tempo della diagnosi. Gonfiore, rossore e dolore a un arto inferiore devono far sorgere il sospetto di trombosi venosa profonda. Sintomi generalmente più gravi quali mancanza di fiato (dispnea), tosse con striature di sangue (emottisi), dolore al petto sono più tipiche dell’embolia polmonare. Purtroppo questi sintomi sono presenti anche in altre patologie frequenti (polmonite, scompenso cardiaco), complicando e rallentando il percorso diagnostico-terapeutico”.
“Fortunatamente – conclude il prof. Gabrielli – se riconosciuta tempestivamente, abbiamo attualmente a disposizione una terapia adeguata in grado di curare sia le forme meno gravi clinicamente (farmaci anticoagulanti a somministrazione orale o sottocutanea) che le forme con quadri di presentazione più gravi (shock cardiogeno, sincope, arresto cardiocircolatorio) In questo caso fondamentale la diagnosi precoce per poter somministrare farmaci trombolitici endovena o loco-regionali (direttamente in arteria polmonare) oppure, sempre più utilizzata grazie alla disponibilità di nuovi cateteri, mediante l’aspirazione meccanica dei trombi in arteria polmonare”.
Il dott. Oliva, Presidente ANMCO e Direttore Cardiologia 1 dell’Ospedale Niguarda di Milano, ha sottolineato: “La prevenzione del Tromboembolismo Venoso è fondamentale. Oltre alla profilassi con eparina a basso peso molecolare per periodi limitati in caso di fratture, traumi o ricoveri ospedalieri, altrettanto importante è attuare un corretto stile di vita con attività fisica moderata, astensione dal tabagismo, dieta a basso contenuto di sodio e lipidi, idratazione adeguata. È essenziale aumentare la sensibilità tra la popolazione e la conoscenza del tromboembolismo venoso per mirare ad una diagnosi precoce e una terapia adeguata con lo scopo finale di ridurre la mortalità ancora troppo elevata causata da questa condizione patologica”.