Intervista al prof. Gaetano Paludetti, direttore dell’UOC di Otorinolaringoiatria del Policlinico Gemelli di Roma
Roma, 5 maggio 2020 – Pian piano si torna alla normalità e in questa fase 2 le agende degli specialisti tornano a popolarsi. Ma come gestire ad esempio la visita dall’otorinolaringoiatra e come attuare il distanziamento sociale mentre si è in attesa? A raccontare all’agenzia di stampa Dire come cambierà il modo di visitare ma anche l’importanza di un triage preliminare, compiuto dal medico, per evitare qualche appuntamento superfluo, è Gaetano Paludetti, direttore dell’UOC di Otorinolaringoiatria del Policlinico Gemelli di Roma.
Come si è dovuto riorganizzare il suo reparto ai tempi del Covid-19?
“Il nostro reparto è stato spostato e ridotto anche perché il mio ‘vecchio’ reparto è diventato Covid. Abbiamo avuto infatti una riduzione di posti letto e siamo passati infatti da 24 a 12. Il reparto di fatto si è limitato alla cura del malato oncologico e tutti i pazienti afflitti da altre patologie sono stati rimandati ad altra data. Il reparto comunque, successivamente ad un primo triage a cui viene sottoposto in entrata il paziente, diventa un reparto ‘normale’. La cosa essenziale è che il paziente, prima che giunga in reparto venga sottoposto a tampone in modo da escludere che sia positivo al Covid”.
Avremo a che fare con il virus per qualche altro mese fin quando non si troverà un vaccino. Come cambierà la visita dall’otorino?
“Non entro in merito al discorso del vaccino, lo fanno già in troppi e non sono titolato a parlarne. In ogni caso spero che si trovi presto una cura e che il virus si stabilizzi senza mutare tanto. Nel frattempo la gran parte dei medici deceduti sono stati medici e otorini di base perché l’ospedale per certi versi è già un filtro ed è più sicuro. È molto più facile ammalarsi in ambulatorio che in ospedale perché lì circolano molti più pazienti anche con sintomi lievi e banali che ricordiamo sono: tosse, mal di gola e per questo è difficile intercettare la malattia.
In ogni caso è importante che il medico e il paziente siano protetti con dpi al momento della visita. Il medico deve indossare delle mascherine con filtro ffp2 o ffp3 con aggiunta di una mascherina chirurgica, occhiali avvolgenti o scafandri e un cappellino a protezione della testa.
Poi c’è tutta la questione dei camici che in linea teorica dovrebbero essere monouso per cambiarli ad ogni visita. Quest’ultima cosa mi sembra non del tutto praticabile da mettere in pratica. Mentre certamente l’uso dei guanti questi si devono essere cambiati ad ogni visita. Allo stesso modo il paziente deve indossare la mascherina e i guanti.
Altrettanto importante è attuare la sanificazione dello strumentario come ad esempio gli endoscopi da introdurre nel naso che, essendo il luogo dove si fa il tampone, si presume che sia uno dei posti più infetti nel caso di un soggetto Covid positivi. Per questa ragione bisogna stare molto attenti a pulire ferri e ambulatorio ad ogni visita con alcol al meglio possibile tutta la postazione dove si svolge la visita.
Proprio in questi giorni come Società Italiana di Otorinolaringoiatria stiamo mettendo a punto un protocollo di orientamento da condividere a tutti gli specialisti su come gestire le visite e il lavoro in questa fase 2”.
Immagino che sarà impensabile nei prossimi mesi far ritrovare in sala d’attesa o in fila per gli esami più persone. Come verranno gestite le file per accedere agli ambulatori e agli esami? Il paziente con crisi vertiginosa passa per il pronto soccorso e anche lì si mette in fila?
“Il paziente con la crisi vertiginosa acuta si reca al pronto soccorso e si sottopone a un primo filtro effettuando il tampone e se negativa o verrà visitato dallo specialista. Nel caso di positività il paziente è dirottato nei reparti Covid e lo specialista si recherà lì indossando tutti i dpi necessari. Certamente si potrebbe anche tentare in prima battuta di gestire il paziente telefonicamente.
Per quanto riguarda le visite mi sono accordato con la caposala per prendere visite ben distanziate l’una dall’altra, i pazienti dovranno venire da soli e gli esami audiometrici non saranno effettuati nella cabina come tradizionalmente accade perché non è un luogo areato dunque ho predisposto che vengano effettuati fuori da questa. I risultati saranno certamente meno precisi ma così non si rischia la salute.
Allo stesso modo i pazienti dovranno essere collaborativi e non tardare per esempio. Le visite saranno due all’ora per medico e qui ci vorrebbe personale in più per organizzare tutto, effettuare triage telefonici meglio sarebbe se fosse un medico a rispondere perché credo che il colloquio preliminare sia veramente il punto cruciale e utile per far accedere a visita chi ne ha effettivo bisogno”.
Forse vale la pena ricordare, che oltre alla bocca e agli occhi, quando siamo fuori casa o indossiamo i guanti non dovremmo toccare il naso per non contagiarci. Quali consigli vuole dare a chi ci segue?
“È chiaro che le vie d’ingresso del virus sono gli occhi, la bocca e il naso. Noi dovremmo toccarci occhi e naso il meno possibile. Ma anche qui se sopraggiunge un prurito è molto difficile sopportarlo. Difendersi completamente da un virus è una utopia però fare tante cose è utile. Dunque la mascherina va toccata il meno possibile e comunque dagli elastici e non dalla parte davanti. Dopo aver toccato la mascherina non toccare mai gli orifizi che sono le vere fonti dell’infezione”.