Roma, 10 aprile 2020 – È in corso in diverse strutture ospedaliere italiane l’applicazione del protocollo terapeutico predisposto da SIOOT (Società scientifica di ossigeno ozono terapia) per la cura del Covid-19. L’associazione aveva ottenuto lo scorso 24 marzo l’assenso da parte dell’ISS – Istituto Superiore di Sanità per l’utilizzo dell’ossigeno ozono terapia nel trattamento del Covid-19.
In base al secondo report SIOOT sulla terapia applicata a 46 pazienti affetti da Coronavirus, oltre l’84% ha mostrato un significativo miglioramento delle condizioni cliniche. Ciò che emerge in modo evidente è che l’ossigeno ozono terapia è più efficace soprattutto prima dell’intubazione.
Questi risultati denotano anche la necessità di un cambio di strategia terapeutica finalizzato a un intervento più tempestivo sui pazienti risultati positivi al virus e la possibilità di essere trattati nella propria abitazione, con un minor ricorso al ricovero ospedaliero. Una scelta che consentirebbe di liberare posti letto da destinare alle normali attività terapeutiche.
Il prof. Luigi Valdenassi e il prof. Marianno Franzini di SIOOT affermano: “L’infezione da Covid-19 si manifesta con diversi livelli di gravità e coinvolge oltre ai polmoni diversi organi e distretti, asse nervoso, miocardio, albero vascolare, tratto entero-epatico, creando una sindrome metabolica. Abbiamo ritenuto pertanto utile proporre e praticare l’ozonoterapia in ragione delle sue caratteristiche fisiopatologiche che sembrano idonee e specifiche nel trattamento di questa patologia”.
“I primi dati evidenziano un percorso positivo in ordine alle risposte sintomatologiche supportate da livelli ematochimici altrettanto interessanti – proseguono i professori – La completa assenza di eventi collaterali o secondari è un altro elemento favorevole, insieme al basso costo della terapia”.
“Fatte queste considerazioni, auspichiamo che la collaborazione istituzionale di SIOOT, sviluppatasi a partire dall’assenso dell’ISS rispetto ai protocolli clinici, fino alla divulgazione degli stessi presso le strutture ospedaliere e alla presentazione ai relativi comitati etici, possa contribuire in modo utile ed efficace alla risoluzione di questa emergenza sanitaria”, concludono Valdenassi e Franzini.