Prof. Alessandro Anselmo, Policlinico Tor Vergata: “Il trapianto di fegato per un tumore del fegato in passato era controindicato. Negli anni è arrivata l’indicazione al trapianto per l’epatocarcinoma e poi per le metastasi al fegato da tumore del colon-retto e per il colangiocarcinoma”
Roma, 23 gennaio 2023 – Ogni anno in Italia si eseguono più di mille trapianti di fegato. Negli ultimi anni si sta assistendo a un graduale ma netto cambio di scenario: se prima la gran parte dei trapianti avveniva nei pazienti con cirrosi epatica dovuta all’epatite B e all’epatite C oggi sempre più malati di tumore al fegato possono beneficiarne.
È quanto spiega il chirurgo Alessandro Anselmo, tra i responsabili dell’evento “Nuovi scenari del trapianto di fegato”, presieduto dal prof. Giuseppe Tisone, che si è svolto il 19 gennaio nell’Aula Anfiteatro del Policlinico Tor Vergata, pensato per aggiornare medici e personale sanitario sulle ultime frontiere del trapianto di fegato. Il Rettore dell’Università di Tor Vergata Nathan Levialdi Ghiron, il Direttore Generale del Policlinico Tor Vergata Giuseppe Quintavalle, il Direttore del Centro Trapianti Tor Vergata Giuseppe Tisone, hanno dato inizio lavori di una giornata ricca di contenuti scientifici.
“Si stanno facendo sempre più trapianti per diversi tipi di tumori che prima non venivano eseguiti – spiega Anselmo – Il trapianto di fegato per tumore del fegato in passato era controindicato. Negli anni è arrivata l’indicazione al trapianto per l’epatocarcinoma, per il colangiocarcinoma e per le metastasi al fegato da tumore del colon retto”.
L’ultima indicazione è quella per il colangiocarcinoma, un tumore raro e aggressivo del fegato che presenta una prognosi infausta (la sopravvivenza globale a cinque anni è inferiore al 15-17%) e che colpisce ogni anno oltre 5.400 uomini e donne in Italia. Oggi il trapianto è possibile anche per questo tipo di patologia nel contesto di protocolli nazionali ed internazionali.
“In Italia si fanno più di mille trapianti di fegato in un anno con 23 centri abilitati – continua Anselmo – Un numero importante. Oggi sta cambiando l’indicazione: con il vaccino per l’epatite B e la cura per l’epatite C arrivano sempre meno casi di cirrosi e si rendono disponibili più fegati per trapiantare dei tumori. L’altra novità è data dall’utilizzo di macchine da perfusione che ricondizionano gli organi e rendono possibile il trapianto anche con organi che prima non si utilizzavano”.
Il Policlinico Tor Vergata di Roma punta anche a semplificare il percorso del paziente da inserire in lista per trapianto con un apposito PDTA, un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale per smaltire in poco tempo tutta la grande mole di esami necessari per valutare l’idoneità al trapianto. La gestione dei pazienti prima, durante e dopo il trapianto è affidata al team multidisciplinare del trapianto di fegato del policlinico di Tor Vergata, composto da medici, infermieri, psicologi ed esponenti delle professioni sanitarie.
Il rigetto non sembra essere il principale dei problemi. “Nell’85% dei casi i trapianti vanno bene, il rigetto in genere è ben controllato dalla terapia immunosoppressiva. Il problema è la ripresa immediata del fegato, il suo funzionamento che non sempre avviene ed è la principale causa di insuccesso precoce” conclude il chirurgo di Tor Vergata.