Nel 2021, presso il Centro Trapianti di cellule staminali e terapie cellulari, diretto dal dott. Emanuele Angelucci, sono state eseguite un totale di 165 procedure
Genova, 10 febbraio 2022 – Il Centro Trapianti di cellule staminali e terapie cellulari dell’Ospedale Policlinico San Martino, diretto dal dott. Emanuele Angelucci, ha elaborato un report riassuntivo dell’attività trapiantologica e di terapia cellulare svolta nel 2021, per un totale di 165 procedure così ripartite:
- 91 i trapianti autologhi eseguiti
- 5 i trapianti allogenici da familiare HLA identico
- 38 i trapianti da familiare non HLA identico
- 15 i trapianti da donatore non correlato
- 1 trapianto cordonale non correlato
Ai numeri di cui sopra si aggiungono 15terapie CAR-T.
Il trapianto autologo, detto anche autotrapianto, si realizza quando le cellule o i tessuti per la terapia trapiantologica vengono prelevati dal paziente stesso che deve essere trattato: il donatore ed il ricevente sono la stessa persona.
Il trapianto allogenico necessita invece della disponibilità di un donatore, la cui tipologia può essere variabile:
- familiare identico: un fratello o una sorella, identici al paziente sulla base della tipizzazione HLA (la tipizzazione HLA è l’esame necessario per poter stabilire il grado di compatibilità tra un donatore e un paziente che necessita un trapianto di midollo);
- familiare non identico: un familiare che presenta un’identità inferiore al 100% (di solito compatibile al 50%) con il paziente. In quest’ultimo caso possono fungere da donatore figli, genitori e anche qualche volta cugini;
- donatore non correlato: un soggetto identificato nelle varie banche di donatori, che risulta perfettamente compatibile(definito 10/10) o con 1 o più differenze;
- cordone ombelicale: in questo caso le cellule staminali sono contenute nel sangue del cordone ombelicale, che viene congelato in varie banche, per poi essere donato per un singolo paziente.
Per quanto riguarda le terapie cellulari, le CAR-T sono nuove terapie personalizzate contro il cancro che agiscono direttamente potenziando il sistema immunitario del paziente per renderlo in grado di riconoscere e distruggere le cellule tumorali.
Si tratta di una terapia innovativa che richiede una complessità organizzativa che solo un centro di eccellenza ospedaliera è in grado di garantire, oltre a rappresentare, sempre più spesso, una strategia di cura efficace nei tumori del sangue che non rispondono alle terapie tradizionali, offrendo una concreta possibilità di guarigione (circa 40% dai dati di letteratura) a pazienti che, altrimenti, avrebbero esaurito le opzioni terapeutiche curative.
Di seguito, il riepilogo dei dati in forma grafica a confronto con gli ultimi anni:
“Il numero di pazienti che quotidianamente si rivolgono alla nostra emato-oncologia e i risultati positivi che vengono offerti sono il frutto della dedizione dei professionisti che lavorano nell’IRCCS e che solo in questa struttura, dove la ricerca e l’innovazione sono rapidamente rese disponibili per l’assistenza, trovano lo spazio e le risorse per garantire a tutti risultati di grande livello”, afferma Giovanni Orengo, Direttore Sanitario dell’Ospedale Policlinico San Martino.
“È un onore e un orgoglio per me coordinare un gruppo che cerca ogni giorno di dare le migliori opportunità terapeutiche alla popolazione ligure e non solo”, commenta Emanuele Angelucci, Direttore dell’Unità Operativa Ematologia e Terapie Cellulari dell’Ospedale Policlinico San Martino.