Torna “Asma Zero Week”, visite gratuite in oltre 40 Centri italiani specializzati

Prof. Giorgio Walter Canonica

Milano, 1 ottobre 2020 – Dal 12 al 16 ottobre torna la quarta edizione di “Asma Zero Week”, la campagna di sensibilizzazione sull’asma che offrirà ai 3 milioni di pazienti la possibilità di effettuare una visita di controllo gratuita e ricevere informazioni utili alla gestione della malattia. Per ricevere la consulenza gratuita presso uno dei 40 Centri aderenti è necessario chiamare il Numero Verde 800 62 89 89 dal lunedì al venerdì (esclusi giorni festivi), dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00. Promossa da FederASMA e ALLERGIE Odv – Federazione Italiana Pazienti, con il patrocinio della Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica (SIAAIC) e della Società Italiana di Pneumologia (SIP/IRS), l’iniziativa intende sensibilizzare i pazienti sull’importanza della prevenzione degli attacchi d’asma attraverso l’adozione di corrette strategie terapeutiche e informare l’opinione pubblica circa i possibili campanelli d’allarme e i rischi connessi alla loro sottovalutazione.

Sono circa 300 milioni le persone nel mondo chiamate a convivere con l’asma, 1 ogni 20. In Europa circa 30 milioni di bambini e adulti di età inferiore ai 45 anni soffrono di questa impattante malattia infiammatoria cronica delle vie aeree1. Dispnea, sensazione di costrizione toracica, tosse e broncospasmo sono i sintomi principali che richiedono l’attenzione dello specialista.

Ed è proprio nel corso della pandemia da SARS-CoV-2 che molto si è discusso su come l’infezione possa impattare nelle persone con asma. Dati interessanti arrivano dal Severe Asthma Network Italy che ha evidenziato come le persone con asma grave non siano ad alto rischio di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 e di andare incontro a complicanze severe da Covid-19. Su 1.504 pazienti, i casi di malattia confermata o altamente sospetta sono risultati 26, pari a un’incidenza dell’1,73%. Anche il tasso di mortalità è risultato piuttosto basso: 7,7% contro il 14,5% della popolazione generale italiana2. Alla base di questi incoraggianti risultati vi è la possibilità che l’impiego di corticosteroidi inalatori possa prevenire o mitigare lo sviluppo delle infezioni da coronavirus.

“Quanto sopra esposto evidenzia come i registri osservazionali possano essere una fonte importante di dati condivisibili, utili a definire misure gestionali appropriate sia nel singolo che nella collettività”, sottolinea il prof. Giorgio Walter Canonica, Professore di Medicina Respiratoria, Humanitas University; Responsabile Centro Medicina Personalizzata: Asma e Allergologia, Humanitas Research Hospital, Rozzano (MI); International Advocate GINA (Global Initiative for Asthma).

“Il bisogno terapeutico del paziente può variare nel tempo e il trattamento deve essere modificato in base alle sue necessità – prosegue Canonica – Per decenni abbiamo assistito ad un abuso dei broncodilatatori beta2-agonisti a breve durata d’azione (SABA), capaci sì di alleviare da soli temporaneamente i sintomi, ma non di curare l’infiammazione sottostante, aumentando così il rischio di riacutizzazioni e, quindi, di un più rapido declino della funzione respiratoria. Oggi sappiamo che il paziente deve essere sottoposto ad una terapia combinata costante. Anche per il sollievo al bisogno, durante la terapia di mantenimento, è da preferire una combinazione di corticosteroide inalatorio (ICS), che agisce spegnendo l’infiammazione che caratterizza la malattia, e broncodilatatore a lunga durata d’azione (LABA) capace di offrire una rapida ed efficace broncodilatazione”.

“Oggi è possibile prevenire la broncocostrizione da esercizio fisico sia attraverso il giusto approccio terapeutico sia adottando alcuni accorgimenti prima dell’attività sportiva”, aggiunge la prof.ssa Paola Rogliani, Professore Associato di Malattie dell’Apparato Respiratorio, Dipartimento di Medicina Sperimentale, Università di Roma Tor Vergata; Direttore UOC Malattie Apparato Respiratorio, Dipartimento di Emergenza e Accettazione, Fondazione Policlinico Tor Vergata, Roma.

“Uno studio clinico randomizzato e controllato, della durata di 6 settimane, ha dimostrato come anche in questo caso il ricorso al bisogno alla combinazione corticosteroide inalatorio/LABA sia maggiormente efficace rispetto al solo SABA nel ridurre l’EIB4. È importante che il medico valuti sempre l’intensità dell’esercizio e il tipo di attività sportiva che ciascuna persona con asma può praticare senza rischi. Utile, per esempio, effettuare un buon riscaldamento muscolare prima dell’attività ed evitare gli sforzi improvvisi. In questi pazienti, infatti, l’apparato respiratorio ha bisogno di più tempo per adattarsi alle modificazioni fisiche dell’aria inspirata; se non adeguatamente preparato, infatti, può avviare una risposta anomala e scatenare l’attacco d’asma”, conclude Rogliani.

Le consulenze specialistiche gratuite, offerte nell’ambito di “Asma Zero Week”, sono valutazioni di controllo e come tali destinate alle persone che hanno già ricevuto una diagnosi di asma. Tutte le informazioni sui Centri aderenti e le modalità di prenotazione delle consulenze sono disponibili sul sito https://www.asmazeroweek.it/

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