Tra il 2020 e il 2022 essi costituiranno una sacca di almeno 20 mila medici, ideale serbatoio per precariato e caporalato 2.0. La formazione dei medici rimane un buco nero che rischia di ingoiare il futuro non solo delle nuove generazioni, ma anche del Servizio Sanitario Nazionale
Roma, 6 settembre 2016 – Al via oggi i test per l’accesso alla Facoltà di medicina, ma siamo ancora lontani da quella programmazione che più volte, numeri alla mano, l’Anaao Assomed ha presentato ai ministeri competenti.
I trecento posti in meno rispetto al 2015, pari a 9.224 per circa 63.000 concorrenti, non riescono a nascondere la mancanza di una programmazione che vede crescere medici laureati, ma inoccupati e disoccupati, all’inseguimento di un accesso alla formazione specialistica. Tra il 2020 e il 2022 essi costituiranno una sacca di almeno 20 mila medici, ideale serbatoio per precariato e caporalato 2.0.
Mentre il MIUR fa cassa con le iscrizioni, a giustificare l’esistenza di cattedre, anche da sopprimere, e ad alimentare un indotto di corsi di preparazione, si continua a registrare un pericoloso disallineamento rispetto ai numeri della formazione post laurea e alle necessità del Servizio Sanitario Nazionale. Dopo il conseguimento della laurea, i nuovi medici saranno alla mercé delle Regioni, senza chiare regole di ingaggio, e del mercato, senza tutele.
In un momento di grossi cambiamenti per il SSN, all’insegna di una cura ‘dimagrante’ della popolazione medica e dell’intervento pubblico, si rischia di veder crescere la schiera di giovani medici che non sapranno a quali santi votarsi per trovare un lavoro, condannati a cambiare Paese per non disperdere sogni e passioni. La formazione dei medici rimane un buco nero che rischia di ingoiare il futuro non solo delle nuove generazioni, ma anche del Servizio Sanitario Nazionale.
fonte: ufficio stampa