Terza dose non altera indici seminali, Covid-19 li peggiora. Gli andrologi: “Danni fino all’80% al Dna spermatico”

Vaccinarsi con la terza dose non comporta effetti negativi sui paramenti seminali standard. Gli effetti del Covid sugli spermatozoi, invece, possono prolungarsi per mesi dalla guarigione, non solo riducendo numero e motilità ma danneggiando anche il DNA spermatico, che li rende capaci di fecondare e portare a termine la gravidanza. Questi i risultati preliminari dell’EcoFoodFertility Project presentati al Congresso della Società Italiana di Andrologia (SIA)

Bergamo, 16 settembre 2022 – Gli aspiranti papà che hanno completato il ciclo vaccinale o si sottoporranno alla terza dose di vaccino contro il SARS-CoV-2, al momento possono stare tranquilli: tra la terza dose di vaccino per il Covid-19 e l’infertilità maschile non sembrano esserci legami.

Contagiarsi con SARS-CoV-2, può invece influenzare la fertilità maschile per settimane o mesi dopo la guarigione, compromettendo fino all’80% anche il DNA spermatico. Sono questi i risultati preliminari di uno studio, nell’ambito del progetto di ricerca EcoFoodFertility, che ha messo a confronto l’impatto dei vaccini a mRNA e quello del Covid-19 sulla fertilità maschile.

“EcoFoodFertility Project è un progetto di ricerca nato per monitorare la fertilità maschile e soprattutto misurare l’impatto di degli inquinanti ambientali e cattivi stili di vita su di essa, al fine di individuarne cause e possibili mezzi di prevenzione”, spiega Luigi Montano, coordinatore del progetto, Uro-Andrologo dell’ASL Salerno e attuale presidente della Società Italiana di Riproduzione Umana (SIRU).

“Il progetto partito dalla “terra dei fuochi”, oggi esteso in diverse aree non solo italiane, ha più linee di ricerca che coinvolgono anche gli effetti del vaccino e del Covid-19  sulla fertilità maschile. Saranno comunque necessari ulteriori studi – avverte Montano – per stabilire se i danni al DNA spermatico dopo la guarigione da Covid-19 si mantengono nel tempo o se possano comparire anche nei vaccinati”.

Effetti del Covid-19 e dei vaccini a mRNA sulla fertilità maschile

“Stando ai risultati dell’indagine dopo l’infezione in forma lieve, mobilità e vitalità degli spermatozoi si riducono di circa il 13%, con un danno del 20% al DNA spermatico – spiega Alessandro Palmieri, presidente SIA – In chi ha avuto Covid-19 in una forma più impegnativa, pur senza dover essere ricoverato, mobilità e vitalità degli spermatozoi diminuiscono del 20% con un danno dell’80% del DNA spermatico, a cui si aggiunge anche una riduzione del 41% del numero degli spermatozoi”.

“Il virus utilizza, infatti, come recettore l’enzima chiamato ACE2 presente abbondantemente anche nel tessuto testicolare. D’altro canto – continua Palmieri – stando a questi dati preliminari il vaccino si è rivelato sicuro: nel 96.5% dei casi si è anzi osservato un lieve aumento della concentrazione degli spermatozoi e della loro motilità mentre solo il 3.5% ha presentato un peggioramento nei parametri seminali, che tuttavia sono tornati pienamente nella norma dopo 75-80 giorni dalla vaccinazione in quasi tutti i campioni analizzati”.

Lo studio

“Lo studio ha analizzato campioni di liquido seminale di 75 uomini under 35, seguiti nel tempo per problemi di infertilità di coppia, prima e dopo il Covid-19 – descrive Maria Cira Gentile, autrice dello studio e ricercatrice del Progetto EcoFoodFertility – In chi ha avuto sintomi leggeri dell’infezione la conta degli spermatozoi è rimasta sostanzialmente invariata ma sono diminuite la mobilità e soprattutto la vitalità degli spermatozoi. In chi ha avuto una malattia virale più impegnativa tutti e tre i parametri seminali principali sono peggiorati e si sono registrati anche 4 casi di azoospermia. La spermatogenesi in media è ricominciata entro 70-80 giorni dal tampone negativo, pur evidenziando livelli significativi di danno ossidativo al DNA degli spermatozoi e tempi di recupero più lunghi per chi aveva avuto azoospermia”.

Lo stesso non è vero a seguito della vaccinazione con vaccini a mRNA per Covid-19 “Sono stati analizzati i parametri seminali di 114 volontari fra i 22 e i 31 anni 10-15 giorni prima della terza dose di vaccino e poi 32-39 giorni dopo, con risultati per ora rassicuranti – prosegue Gentile – Nel 96.5% dei partecipanti è stato rilevato addirittura un lieve incremento della vitalità e della concentrazione degli spermatozoi per eiaculato, sebbene entro livelli compatibili con le variazioni individuali normali; la percentuale degli spermatozoi mobili non è cambiata e nessuno è diventato azoospermico dopo la vaccinazione. Appena il 3.5% ha mostrato un peggioramento dei parametri seminali standard dopo il vaccino, con un calo nella concentrazione, mobilità e vitalità fortunatamente transitorio: solo in un soggetto i parametri non si erano ancora normalizzati a 120 giorni dalla vaccinazione. Sono in corso, però, valutazioni anche sul DNA spermatico per verificare eventuali anomalie a tale livello. Ad ogni modo anche negli uomini con oligospermia già diagnosticata prima della vaccinazione non c’è stato un ulteriore declino dei parametri seminali standard”.

Conclusioni

“I dati confermano perciò i timori degli andrologi e, sebbene il meccanismo del danno testicolare da parte del virus sia ancora ignoto, pare evidente un’influenza negativa sui parametri seminali. Ecco perché i giovani colpiti da Covid-19, anche se da asintomatici, una volta guariti dovrebbero sottoporsi a una visita specialistica. Al contrario del virus è invece improbabile, stando almeno ai primi dati preliminari, che il vaccino, possa influire sui parametri seminali se non in una piccola percentuale di casi” concludono Palmieri e Montano.

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