Roma, 21 luglio 2017 – Un terremoto di magnitudo 6.7 è stato registrato questa notte nel Mar Egeo, al confine tra Grecia e Turchia, dalla Rete Simica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dalle altre reti sismiche della regione euro mediterranea. Le zone più vicine all’epicentro sono l’isola di Kos (Grecia) e Bodrum, in Turchia. L’evento sismico ha prodotto dei danni nelle aree più prossime all’epicentro.
Un terremoto di questa magnitudo che avviene in una zona prossima alla costa, come nel caso di stanotte, può generare uno tsunami nelle zone intorno all’epicentro, come effettivamente è accaduto. Il Centro Allerta Tsunami (CAT) dell’INGV, che effettua il monitoraggio in tempo reale dei terremoti del Mediterraneo, ha inviato l’allerta tsunami alle 00:41, ora italiana, del 21 luglio 2017, ovvero dieci minuti dopo il tempo origine dell’evento.
Lo tsunami è stato poi misurato dal mareografo di Bodrum, 12 km a nord dell’epicentro, dove si osserva un’anomalia del livello del mare di circa 30 cm picco-picco.
Intervista ad Alessandro Amato, sismologo e responsabile CAT-INGV: https://youtu.be/zkvV5E3GLgU
Il Centro Allerta Tsunami (CAT) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha ricevuto recentemente, presso la sede UNESCO di Parigi, il certificato di accreditamento come Tsunami Service Provider (Fornitore del Servizio Tsunami) del Mediterraneo, nell’ambito del NEAMTWS (North-Eastern Atlantic and Mediterranean Tsunami Warning System).
Attivo in fase sperimentale dal 1° Ottobre 2014, dopo oltre due anni di test effettuati sui terremoti e tsunami a scala globale, il CAT, insieme ai suoi omologhi Greco, Francese e Turco, è stato accreditato durante la tredicesima sessione dell’ICG (Intergovernmental Coordination Group) – NEAMTWS a settembre 2016. Il CAT è poi passato in modalità operativa dal 1° Gennaio 2017, in convenzione con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile (DPC).
Il 5 giugno scorso, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Direttiva del Presidente del Consiglio, denominata SiAM (Sistema di Allertamento nazionale per i Maremoti (SiAM) generati da terremoti nel Mar Mediterraneo), ha reso formale e operativo il sistema di allertamento italiano, coordinato dal DPC, in cui il CAT svolge un ruolo primario e delicato.
Il CAT-INGV opera 24 ore su 24, valutando, in tempo reale, la possibilità che un determinato terremoto, con epicentro in mare o nelle immediate vicinanze, possa generare uno tsunami, e stimando i tempi di arrivo attesi lungo le coste esposte. I messaggi emessi dal CAT vengono poi trasmessi al DPC che ha il compito di diffonderli alle strutture e componenti del servizio nazionale di protezione civile per raggiungere, nel minor tempo possibile, la popolazione potenzialmente interessata.
I terremoti rappresentano la causa principale degli tsunami (circa l’80%), anche se non sono l’unica. I maremoti sismo-indotti sono comunque i soli per i quali è possibile, con le reti di monitoraggio attuali, definire un sistema di allertamento a scala regionale. Altre cause possono essere frane o eruzioni vulcaniche sottomarine o costiere.
Il CAT-INGV si avvale anche, come indicato nella Direttiva SiAM, dei dati della Rete Mareografica Nazionale dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e delle altre reti mareografiche mediterranee per la verifica di un eventuale tsunami.
Nel periodo ottobre 2014 – giugno 2017 il CAT ha analizzato centinaia di eventi sismici di magnitudo superiore a 5.5 in tutte le aree costiere del mondo. Cinque di questi terremoti hanno avuto origine nel Mediterraneo, in particolare nelle isole greche, nella zona di Gibilterra al largo delle coste del Marocco, e a Cipro. Per questi eventi il CAT-INGV ha inviato i messaggi di allerta entro pochi minuti dal tempo origine di ciascun terremoto.
Al momento sono nove i Paesi che hanno sottoscritto i servizi del CAT-INGV: Egitto, Francia, Germania, Grecia, Israele, Italia, Libano, Portogallo, Turchia, e tre organismi internazionali: IOC (Intergovernmental Oceanographic Commission dell’UNESCO), ERCC (Emergency Response Coordination Centre della Commissione Europea), JRC (Joint Research Center della Commissione Europea).