Le dichiarazioni del prof. Guido Fanelli, ordinario di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Parma nonché l’estensore tecnico della norma, al 70° Congresso Nazionale della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione, Terapia Intensiva (SIAARTI)
Napoli, 28 ottobre 2016 – In Italia da 6 anni esiste una legge che garantisce l’accesso alle terapie del dolore e cure palliative dei cittadini, ma in troppi ancora non la applicano. A rilanciare l’allarme sull’applicazione della legge 38 è Guido Fanelli, ordinario di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Parma nonché l’estensore tecnico della norma, durante il 70° Congresso Nazionale della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione, Terapia Intensiva (SIAARTI), in corso alla Mostra d’Oltremare di Napoli fino al 29 ottobre.
“Abbiamo la legge – spiega Fanelli – i sistemi regionali l’hanno recepita quasi tutti, eccetto alcuni. Poi i problemi iniziano nel passaggio dalle regioni agli ospedali. E sono legati soprattutto alla congiuntura economica”. Così si depotenzia una legge modello, presa ad esempio anche dall’Onu.
“Facciamo fatica – racconta il clinico – ad avere una copertura globale. Per questo sono in atto due iniziative molto importanti. La legge prevede l’istituzione di hub, centri d’eccellenza, ogni 2,5 milioni di abitanti. Abbiamo creato l’alleanza dei centri hub che devono condividere percorsi: se una persona ha mal di schiena non può avere un trattamento a Pisa e uno diverso a Parma. Bisogna garantire appropriatezza”.
“Contestualmente – aggiunge Fanelli – è partita l’associazione dei malati e dei loro amici, formata da benefattori benestanti. L’obiettivo è creare una massa critica di persone che abbiano voce in capitolo per poter fare da sentinella all’applicazione della legge 38”.
fonte: ufficio stampa