Terapia anticoagulante cronica: non è solo una questione di farmaci

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La pratica clinica quotidiana per affrontare le questioni relative alla gestione della patologia. Migliora la diagnostica e, dunque, aumentano i pazienti. L’importanza delle corrette modalità di utilizzo dei farmaci da parte del medico e l’assunzione consapevole dei pazienti

medico-e-farmaciBologna, 19 gennaio 2016 – In Italia sono oltre un milione le persone in trattamento anticoagulante cronico per il controllo di patologie gravi, quali l’infarto miocardico acuto, il tromboembolismo venoso (TEV), la fibrillazione atriale e l’ictus. Il numero dei pazienti in terapia tenderà ad aumentare in modo importante, grazie all’allungamento della vita media.

Se ne parla al “Convegno Anticoagulazione: attualità cliniche, di laboratorio e aspetti sociali”, in programma a Bologna il 21 e 22 gennaio 2016, dove i maggiori esperti italiani tratteranno sia di terapie anticoagulati tradizionali sia di farmaci di nuova generazione. Lo scopo del convegno è fare una panoramica su come vengono affrontati i problemi nella pratica clinica quotidiana. L’importanza dell’informazione scientifica per i medici e il personale impegno dei pazienti per l’utilizzo consapevole dei farmaci.

Gualtiero Palareti, Presidente della Fondazione Arianna Anticoagulazione e Professore in Malattie Cardiovascolari Università di Bologna, spiega: “In questo momento di grande innovazione per i farmaci anticoagulanti, è necessario fare chiarezza sul loro uso, rispondendo ai dubbi di operatori sanitari e pazienti. Da qualche anno sono disponibili i nuovi anticoagulanti orali (NAO), hanno un meccanismo d’azione diverso tra loro e dagli Antivitamina K (AVK). I NAO sono indicati per il trattamento di pazienti con fibrillazione atriale (FA) e della terapia e prevenzione secondaria del tromboembolismo venoso (TEV). Essi non necessitano dei periodici controlli di laboratorio indispensabili per il monitoraggio degli AVK e consentono quindi una miglior qualità di vita per i pazienti. I NAO hanno comunque delle caratteristiche che è importante conoscere per un loro uso corretto. Proprio perché l’armamentario a disposizione è vasto, risulta essere cruciale la conoscenza dei farmaci da parte degli operatoti sanitari e dei pazienti”.

Gli anticoagulanti orali diretti, sono sempre più utilizzati per la prevenzione dell’ictus ischemico nei pazienti affetti da fibrillazione atriale, la più comune aritmia. Inoltre, sono prescritti per la terapia dei pazienti con trombosi venosa profonda e/o embolia polmonare e per la prevenzione di queste patologie in chi è sottoposto a chirurgia ortopedica per la sostituzione protesica del ginocchio o dell’anca.

Circa il 60% di tutti i pazienti in trattamento anticoagulante ha come indicazione la fibrillazione atriale. Si stima che in Italia circa l’1% della popolazione sia fibrillante ed è noto che la prevalenza della malattia negli ultra ottantenni raggiunga il 15%. La presenza di fibrillazione atriale si associa ad un aumento del rischio di ictus di circa 4-5 volte rispetto a quello di una popolazione della stessa età non fibrillante. La profilassi con anticoagulanti orali, siano essi i farmaci AVK o NAO, è in grado di ridurre il rischio trombo-embolico del paziente fibrillante di circa il 70%.

Circa un altro 25-30% dei pazienti ha come indicazione il tromboembolismo venoso, cioè le trombosi venose profonde degli arti e l’embolia polmonare. Il trattamento anticoagulante riduce il rischio di recidiva o di estensione della trombosi fino al 98% dei casi.

I portatori di protesi valvolare cardiaca hanno un elevato rischio di ictus cardioembolico, in particolare i portatori di valvole meccaniche, che richiedono un trattamento anticoagulante. Per questi pazienti oggi non c’è indicazione per il trattamento con i NAO. Il numero di questi pazienti è destinato a non aumentare grazie all’introduzione delle valvole di origine biologica, infatti, il rischio è limitato ai primi mesi dell’impianto. Si stima che, al momento, essi rappresentino circa il 15% di tutti i pazienti in terapia anticoagulante orale.

Ampio spazio sarà dedicato allo START-Register, sostenuto da Fondazione Arianna Anticoagulazione, al momento, l’unico registro prospettico osservazionale italiano indipendente, focalizzato sull’impiego cronico di trattamenti anticoagulanti e antitrombotici, con l’obiettivo di raccogliere dati su efficacia e sicurezza dei trattamenti anticoagulanti cronici, qualunque sia il farmaco utilizzato e qualunque sia l’indicazione al trattamento. A gennaio 2016 i pazienti arruolati nel registro sono oltre 10.000 di cui quelli in trattamento con NAO superano i 1.900.

Conclude Palareti: “La disponibilità di diversi farmaci ha generato la necessità di una maggiore informazione da parte di medici e pazienti, e quindi la necessità di dare risposte precise e di elevato valore scientifico”.

Di seguito il programma del Convegno: programma-convegno-anticoagulazione-bologna

fonte: ufficio stampa

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