Con tatuaggi e piercing si possono trasmettere infezioni batteriche sulla pelle, che a volte possono entrare nel sangue e coinvolgere perfino il cuore. Si possono trasmettere anche i virus dell’epatite B e C e, in misura minore, anche il virus dell’Aids. I consigli degli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Roma, 30 gennaio 2017 – Piercing e tatuaggi, un tema controverso per adolescenti e genitori. Ma anche per gli insegnanti, che rispetto al tema si trovano in una posizione scomoda: spesso, infatti, non hanno vere risposte da offrire ai ragazzi.
La moda del piercing coinvolge circa il 30% dei giovani europei. In Italia emerge che circa il 20,3% dei ragazzi di età compresa tra i 12 e i 18 anni ha applicato un piercing, con maggiore incidenza nel sesso femminile (Indagine Eurispes su 3.800 ragazzi).
Gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù provano a fornire alcune indicazioni, come mettere in guardia dai rischi clinici che possono occorrere in caso di mancato rispetto di cautele e norme igieniche elementari.
Piercing e tatuaggi: rischi e pratiche sicure
Tatuaggi e piercing non sono certo una novità. Sono tornati di moda in questo inizio secolo dopo esser stati dimenticati per lungo tempo. L’uso del tatuaggio, in particolare, risale alla preistoria e accompagna la storia dell’uomo fin dalla civiltà egizia. Ma la scelta di tatuarsi o di applicare un piercing va affrontata con molta serietà per almeno due ragioni: perché il tatuaggio che facciamo oggi resterà dov’è e com’è per tutta la vita e perché sia piercing che tatuaggi comportano rischi, anche gravi, per la salute.
I rischi
Con il tatuaggio e con il piercing si possono trasmettere infezioni batteriche sulla pelle che qualche volta possono entrare nel sangue e coinvolgere anche il cuore. Si possono trasmettere anche i virus dell’epatite B e C e, in misura minore, il virus dell’AIDS. Un rischio aggiuntivo è rappresentato dalle reazioni allergiche agli inchiostri utilizzati per il tatuaggio e ai metalli del piercing. Particolarmente temibile è l’allergia al cosiddetto “henné nero” ottenuto aggiungendo all’henné un composto molto pericoloso, la parafenilendiamina (PPD).
Il piercing può causare, oltre alle infezioni acute, anche infiammazione cronica che può favorire infezioni ricorrenti. La formazione di cicatrici o di cheloidi (lesioni cicatriziali, di dimensioni abnormi e sfiguranti) è un rischio concreto sia del tatuaggio che del piercing.
Come ridurre i rischi
Le infezioni sono la complicazione più frequente sia del tatuaggio che del piercing. Ecco cosa bisogna controllare.
- L’ambiente deve avere le stesse caratteristiche igieniche dello studio del dentista.
- Il professionista deve lavarsi accuratamente le mani e indossare un paio di guanti sterili (aperti di fronte a voi!).
- Aghi e tubi devono essere usa e getta oppure sterilizzati in autoclave, quindi in confezione sigillata, aperta di fronte a voi.
- L’inchiostro deve essere nuovo (non riutilizzato rimboccando la bottiglia).
- Se qualcosa non va o non convince, meglio salutare e cercare un professionista serio: ce ne sono molti.
A tatuaggio completato è necessario evitare il nuoto e i bagni con acqua calda o comunque prolungati per almeno qualche settimana.
Piercing e tatuaggi sono particolarmente pericolosi, quindi controindicati, nei portatori di vizi valvolari cardiaci, negli affetti da immunodeficit o patologie croniche, a chi assume farmaci antiaggreganti come l’aspirina, immunosoppressori o anticoagulanti, nei ragazzi con cheloidi e nelle donne in gravidanza.
E se vogliamo liberarcene?
Più facile per il piercing, purché ci si faccia seguire da un dermatologo esperto per evitare cicatrici sfiguranti e per accelerare la chiusura del foro. Ben più difficile per i tatuaggi. La tecnica che dà oggi i risultati migliori, nelle mani di un dermatologo esperto, è il laser che tuttavia può non essere in grado di rimuovere tutto il tatuaggio e può causare la formazione di croste che talvolta esitano in cicatrici permanenti (oltre ad essere molto costoso).
Altre tecniche come la dermoabrasione, l’asportazione chirurgica, talvolta con autotrapianto di pelle, la criochirurgia possono venir prese in considerazione da un dermatologo esperto ma spesso danno risultati meno soddisfacenti della tecnica laser e causano problemi estetici analoghi.
Moda, integrazione sociale, disagio: perché gli adolescenti si fanno i piercing
Il piercing viene riconosciuto dalla maggior parte degli adolescenti come un simbolo della loro cultura. In Europa la moda dei tatuaggi e del piercing è in continua crescita.
Oggetto alla moda o segno di disagio?
Il fenomeno sembra soddisfare i bisogni evolutivi dell’adolescente secondo i canoni della cultura contemporanea dell’estetica. Diventa un abbellimento del corpo alla moda, che consente di gestire in modo creativo il complesso rapporto con il proprio corpo. Può aiutare, inoltre, a sentirsi accettato e integrato nel gruppo dei pari, ma può anche essere indice di espressione di disagio rispetto al proprio corpo.
Studi sugli adolescenti con età media di 16 anni hanno mostrato che chi desidera e pratica il piercing tende a presentare relazioni conflittuali con la famiglia, tratti temperamentali come tendenza all’impulsività e ricerca di nuove sensazioni, comportamenti disfunzionali come l’abitudine di fumo e uso ricorrente di alcool.
Consigli per genitori e insegnanti
È necessario pertanto indagare con la dovuta attenzione l’eventuale disagio, che può diventare a rischio, qualora il piercing si presenti in modo eccessivo, ossessivo, accompagnato da pervasivi e compromettenti tratti di instabilità emotiva, irritabilità, comportamenti aggressivi, eccessiva trasgressione e problemi scolastici.
I genitori e gli insegnanti dovrebbero dunque assumere una posizione accogliente e non giudicante, ascoltando e valutando insieme le motivazioni dell’eventuale pratica, informando sugli eventuali rischi e prevenendo la pratica in possibili condizioni pericolose e poco igieniche.
fonte: ufficio stampa