Talassemia, le terapie per l’accumulo di ferro nel fegato. Convegno scientifico venerdì 8 maggio all’Ospedale Cervello

logo Azienda Ospedaliera Villa Sofia-Cervello

Aurelio Maggio-ospedale-cervello

Prof. Aurelio Maggio – Direttore dell’Unità Operativa di Ematologia e malattie rare del sangue e degli organi ematopoietici di Villa Sofia Cervello

Palermo, 7 maggio 2015 – Le ripetute trasfusioni di sangue nei pazienti talassemici portano ad un eccessivo accumulo di ferro a livello epatico con il possibile insorgere di gravi complicanze per le quali però negli ultimi anni si sono sviluppate efficaci terapie. Saranno questi i temi del convegno scientifico internazionale “Liver disease in 2015: from iron overloading to hepatitis c infection management in talassemia” in programma venerdì 8 maggio, giornata internazionale della talassemia, presso l’Aula Magna dell’Ospedale “Cervello” con inizio alle 8.30.

L’evento è una delle iniziative di punta del “Thalassemia Day. Un progetto per la vita”, programma di manifestazioni promosso dall’Associazione Cutino, in collaborazione con l’Azienda Villa Sofia Cervello, per sensibilizzare e far conoscere l’importanza della prevenzione dell’anemia mediterranea, molto diffusa in Sicilia.

Il convegno vedrà la presenza di prestigiosi relatori nazionali e internazionali con il coordinamento scientifico del prof. Aurelio Maggio, direttore dell’Unità Operativa di Ematologia e malattie rare del sangue e degli organi ematopoietici di Villa Sofia Cervello.

“Abbiamo voluto organizzare per giorno 8 Maggio, giornata internazionale sulla talassemia – spiega il prof. Maggio – un focus sul fegato in queste malattie, almeno per due ragioni. La prima è che il fegato dei pazienti con talassemia è oggi l’organo centrale al fine di un miglioramento ulteriore della loro qualità della vita. Infatti, i pazienti con talassemia major, malgrado l’aumentata sopravvivenza che ormai è uguale a quella della talassemia intermedia, oggi non muoiono più per motivi cardiaci ma per motivi epatici, in particolare tumori del fegato. Questi sono dovuti all’accumulo di ferro intraepatico e alle infezioni virali che colpiscono il fegato. Oggi disponiamo di procedure che consentono di misurare il ferro intraepatico in maniera accurata come la R2, una particolare risonanza magnetica, e di terapie che hanno come bersaglio specifiche proteine dei virus che colpiscono il fegato. Abbiamo cioè armi molto specifiche per combattere le malattie di fegato dei talassemici che ci consentiranno di migliorare ancora la sopravvivenza di questi pazienti”.

Il convegno si avvarrà anche degli interventi di alcuni importanti relatori internazionali John C. Wood del Children’s Hospital di Los Angeles, Tim St. Pierre dell’University of Western (Crawley – Perth in Australia), Androulla Eleftheriou (Nicosia,Cipro) della Thalassaemia International Federation.

fonte: ufficio stampa

Salva come PDF
Le informazioni presenti nel sito devono servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. Ricordiamo a tutti i pazienti visitatori che in caso di disturbi e/o malattie è sempre necessario rivolgersi al proprio medico di base o allo specialista.

Potrebbe anche interessarti...