25.000 persone hanno ricevuto le prime due dosi del vaccino nel campo per sfollati di Bentiu, il più grande del paese
Roma, 27 luglio 2022 – Per la prima volta al mondo, gli operatori sanitari del Sud Sudan hanno condotto una campagna di vaccinazione in risposta a un’epidemia di epatite E, accrescendo le speranze nella lotta contro una malattia che è particolarmente letale per le donne in stato di gravidanza.
L’epatite E, la causa più comune di epatite virale acuta, si trasmette attraverso il consumo di acqua ed alimenti contaminati da feci infette. Ogni anno sono circa 20 milioni le persone contagiate e 44.000 i decessi. Le epidemie su larga scala si verificano in genere quando l’acqua e i servizi igienici sono inadeguati, come accade nei grandi campi per sfollati. Non esiste una cura specifica per questa malattia, che ha un tasso di mortalità fino al 25% tra le donne in gravidanza, e porta con sé anche un alto rischio di aborti spontanei e di morti alla nascita.
“La lotta contro l’epatite E è stata lunga e frustrante – dichiara la dott.ssa Monica Rull, direttore medico di MSF – Negli ultimi vent’anni MSF è intervenuta in risposta allo scoppio di focolai di epatite E nei campi per sfollati, cercando di contenere la malattia in un contesto difficile e vedendone l’impatto devastante su comunità estremamente vulnerabili. Con questa campagna di vaccinazione, speriamo di cambiare il modo in cui affrontare l’epatite E in futuro”.
A marzo ed aprile di quest’anno MSF e il ministero della salute del Sud Sudan hanno realizzato congiuntamente i primi due cicli della campagna di vaccinazione presso il campo per sfollati di Bentiu, la capitale dello stato di Unity. Circa 25.000 persone, incluse donne incinte, sono state vaccinate. Un terzo e ultimo ciclo di vaccinazione è previsto per ottobre 2022.
“Visto il successo nell’implementazione e la risposta positiva da parte della comunità, questa campagna innovativa può servire da esempio ed essere replicata in contesti simili in cui bisogna gestire focolai di epatite E – spiega il dott. John Rumunu, direttore generale per i servizi di sanità preventiva del Ministero della salute del Sud Sudan – Spero che il vaccino contribuisca a ridurre i contagi e i decessi dovuti all’epatite E non solo a Bentiu”.
Il campo per sfollati di Bentiu è il più grande del Sud Sudan. Creato nel 2014 all’apice della guerra, oggi ospita circa 112.000 persone, in molti sono fuggiti dalle recenti violenze e inondazioni. MSF è sempre stata presente a Bentiu e dal 2015 ha assistito all’esplosione di diversi focolai di epatite E, come conseguenza di condizioni di vita terribili, tra cui la mancanza di accesso ad acqua e servizi igienici.
Nel 2021 forti inondazioni e nuovi afflussi di sfollati hanno esasperato le già terribili condizioni di vita, aumentando la diffusione di malattie trasmesse attraverso l’acqua, tra cui l’epatite E. Dal luglio 2021, nell’ospedale di MSF a Bentiu, sono state visitati 759 pazienti con epatite E confermata, tra loro 17 sono deceduti.
Il ministero della salute del Sud Sudan ha chiesto a MSF di contribuire alla lotta contro l’epidemia, attraverso l’implementazione di una campagna di vaccinazione su larga scala. L’unico vaccino disponibile contro l’epatite E, l’Hecolin, ha dimostrato nel corso di studi clinici un’elevata efficacia nella prevenzione della malattia, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dal 2015 ne raccomanda l’uso in risposta allo scoppio di focolai. Tuttavia, finora è stato utilizzato solo individualmente in Cina, dove è autorizzato e utilizzato per vaccinare i viaggiatori. La campagna di vaccinazione a Bentiu è la prima volta che viene utilizzata in risposta a un’emergenza di salute pubblica.
“Si tratta di una pietra miliare negli sforzi globali per affrontare l’epatite E – afferma Melanie Marti, medico per l’immunizzazione, i vaccini e i prodotti biologici dell’OMS – È la prima volta che un vaccino viene utilizzato per combattere gli effetti di questa malattia potenzialmente letale, nonostante il vaccino sia stato autorizzato da oltre un decennio e che la politica dell’OMS preveda il suo utilizzo in caso di epidemie dal 2015. L’OMS incoraggia vivamente tutti i paesi che stanno affrontando un’epidemia a utilizzare il vaccino contro l’epatite E, anche per le donne in gravidanza”.
Il successo della campagna di vaccinazione di Bentiu dimostra che è possibile utilizzare il vaccino per rispondere alle epidemie anche in condizioni difficili. Il ministero della salute del Sud Sudan e MSF stanno già monitorando e riportando i risultati della campagna di vaccinazione. Sebbene siano necessarie altre misure per il contenimento dell’epidemia, tra cui il miglioramento dei servizi idrici e igienico-sanitari, i responsabili del settore sanitario ritengono che questa campagna di vaccinazione sia un passo importante per ridurre il peso dell’epatite E in futuro. MSF spera che questa campagna incoraggi altri paesi a utilizzare il vaccino come parte delle misure di controllo dei focolai di epatite E.
La campagna su The Lancet
Un documento che descrive la campagna di vaccinazione è stato pubblicato su The Lancet Infectious Diseases.