Steatosi epatica, un’epidemia silenziosa. Diagnosi hi-tech e nuove cure in arrivo
Epatologi preoccupati per la crescita della steatosi epatica. Lo studio ABCD eseguito in Sicilia ha documentato una prevalenza addirittura del 48%. Dal 26 al 28 marzo al Centro Congressi Auditorium della Tecnica a Roma il 57° Congresso dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato
Roma, 25 marzo 2025 – Una persona su tre in Europa ha una malattia del fegato e spesso non lo sa. Un dato allarmante che riguarda anche milioni di italiani, minacciati da una patologia silenziosa ma in crescita: la steatosi associata a disfunzione metabolica (MASLD), spesso nota come fegato grasso. La buona notizia è che le nuove molecole già note per la cura di diabete e obesità hanno ricevuto indicazione anche per questa patologia. Inoltre, con l’intelligenza artificiale sarà possibile sviluppare diagnosi accurate e terapie su misura per le malattie epatiche.
Questi progressi sono al centro del 57° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato, in programma a Roma presso il Centro Congressi Auditorium della Tecnica (Viale Umberto Tupini, 65) giovedì 27 e venerdì 28 marzo, e del pre-meeting del 26 marzo, intitolato “Artificial Intelligence in Hepatology: from theory to clinical practice”. Previsti oltre 800 specialisti di diverse branche.
La preoccupante crescita della MASLD
Come rilevato dai 92 studi citati nel Libro Bianco AISF realizzati su oltre 9 milioni di soggetti, si stima una prevalenza media mondiale di steatosi associata a disfunzione metabolica (MASLD) del 30% circa, con il 32,47% (una persona su tre) affetta da MASLD in Europa Occidentale, dove la prevalenza è aumentata dal 25,3% (1990-2006) al 38,2% (2016-2019). L’Italia non fa eccezione, con alcune aree particolarmente colpite: lo studio ABCD eseguito in Sicilia, ad esempio, ha documentato una prevalenza di steatosi epatica del 48%. Questi studi confermano che la MASLD colpisce soprattutto chi ha più di 50 anni, soffre di obesità o ipertensione. Il rischio di danni epatici gravi, come la cirrosi o il tumore al fegato, aumenta in modo significativo nei pazienti con diabete e livelli elevati di transaminasi, arrivando fino al 60% nei casi più critici.
Nuove soluzioni all’orizzonte
“Oltre all’obesità e al diabete, la MASLD è favorita da uno stile di vita scorretto: troppo cibo spazzatura, poca attività fisica, e una dieta sbilanciata. Questo accumulo di grasso nel fegato può restare nascosto per anni, fino a quando non si trasforma in un problema serio – sottolinea la prof.ssa Vincenza Calvaruso, Segretario AISF – Tuttavia, la malattia può subire un’inversione di rotta modificando lo stile di vita: alimentazione corretta e attività fisica permettono di agire su più piani, ma richiedono un’aderenza che spesso non viene mantenuta. Può dunque rivelarsi determinante l’affiancamento di un percorso terapeutico che intervenga sulle comorbidità metaboliche associate, con particolare attenzione all’obesità, al diabete e alle dislipidemie. I farmaci già noti per la cura del diabete e dell’obesità potrebbero essere la chiave per contrastare anche la MASLD. Questi trattamenti innovativi, oltre a ridurre il senso di fame e favorire la perdita di peso, si sono dimostrati efficaci nel proteggere il fegato e prevenire danni gravi. Un’altra novità è il Resmetirom, un farmaco che riduce il grasso epatico e migliora la funzione del fegato”.
Trapianti
Il cambiamento epidemiologico delle malattie epatiche si sta riscontrando anche nei trapianti di fegato: negli ultimi 20 anni, vi è stato un progressivo declino dei pazienti trapiantati per epatopatia HCV correlata e un carico crescente di MASLD. La malattia dismetabolica, insieme all’alcol e ad alcune neoplasie, rappresenta la sfida del prossimo futuro. AISF su questo è molto attiva, come dimostrato anche dalle Raccomandazioni per le Buone Pratiche Clinico-Assistenziali realizzate insieme ad altre società scientifiche.
“Negli ultimi dieci anni, le indicazioni al trapianto di fegato in Italia hanno subito un’evoluzione significativa, sia per l’ampliamento dei criteri di eleggibilità che per il perfezionamento delle tecniche chirurgiche e di gestione medica a medio e lungo termine post-trapianto – spiega il prof. Giacomo Germani, Comitato Coordinatore AISF – La cirrosi epatica rimane la principale indicazione, ma con un progressivo cambiamento eziologico. Si è registrata infatti una progressiva diminuzione dei trapianti per epatite C grazie all’avvento dei farmaci antivirali ad azione diretta, mentre sono in significativo aumento i casi legati alla steatosi epatica associata a malattia dismetabolica. Resta invece sempre ai primi posti tra le indicazioni, soprattutto nel nord Italia, la cirrosi epatica alcol-correlata. In forte espansione sono inoltre le indicazioni oncologiche al trapianto di fegato. In particolare, oltre all’epatocarcinoma che rappresenta ormai un’indicazione consolidata, il trapianto di fegato viene oggi offerto, in casi accuratamente selezionati e all’interno di protocolli scientifici, anche a pazienti affetti da colangiocarcinoma (intraepatico o peri-ilare) e con metastasi epatiche da tumore del colon-retto”.
Il 57° Congresso AISF
Il 57° Meeting annuale dell’AISF affronterà i principali temi in ambito epatologico. Oltre alle numerose sessioni e ai laboratori pratici, ci saranno quattro simposi, volti a sottolineare le novità terapeutiche per le diverse patologie: l’evoluzione dell’immunoterapia per il tumore del fegato, i nuovi farmaci per la MASLD, i nuovi farmaci di seconda linea per le malattie autoimmuni e colestatiche, le novità per trattare l’Epatite B nell’immunodepresso, per l’Epatite Delta e l’impegno nella lotta all’Epatite C, per la quale i farmaci DAA permettono di eradicare il virus definitivamente, in poche settimane e senza effetti collaterali. Particolarmente innovativo sarà il pre-meeting: affrontando un tema inedito come l’Intelligenza Artificiale, si avvarrà di contributi di relatori provenienti da altri ambiti e il suo taglio formativo sarà stimolante per tutti gli specialisti e non solo per i più giovani.