Roma, 9 giugno 2020 – “La situazione venutasi a creare in varie strutture – dichiarano congiuntamente Gianluca Giuliano, segretario nazionale UGL Sanità, e Valerio Franceschini, segretario provinciale di Roma – è insostenibile. Prima fra tutte quella del San Raffaele Rocca di Papa dove, a causa dell’avvio di revoca dell’accreditamento istituzionale da parte della Regione Lazio, è iniziata la procedura di licenziamento collettivo per circa 150 dipendenti. Parliamo di lavoratori che hanno prestato la loro opera professionale durante la guerra al Covid-19. Ora rischiano di pagare sulla propria pelle responsabilità a loro non attribuibili, per giunta in barba ai dettami normativi previsti dal DL ‘Cura Italia’ prima e DL ‘Rilancio’ in materia di divieto di licenziamento”.
“Come se non bastasse, la stessa Direzione del Gruppo San Raffaele, nell’incontro svoltosi, l’8 giugno ha comunicato che le retribuzioni dei lavoratori della struttura di Rocca di Papa non verranno erogate nei tempi previsti. Si tratta di una vera e propria mattanza sociale perpetrata ai danni dei lavoratori che va a sommarsi alla forte riduzione o sospensione di attività, con personale posto in ferie o addirittura in aspettativa non retribuita senza utilizzo di ammortizzatori sociali, nelle strutture di Cassino, Monte Compatri a cui potrebbe aggiungersi presto l’IRCCS Pisana”.
“La UGL Sanità ha proclamato per questo lo stato di agitazione a livello regionale del personale del Gruppo San Raffaele con avvio delle procedure di sciopero, rimanendo in attesa della convocazione della Prefettura di Roma per il tentativo di conciliazione. Torniamo inoltre a chiedere alla Regione Lazio, per ora in colpevole e prolungato silenzio, un incontro urgente che ponga al centro della discussione la salvaguardia dei posti di lavoro e i diritti dei lavoratori, riservandoci di intraprendere tutte le iniziative per la loro tutela”, concludono Giuliano e Franceschini.