Stati generali del giovane medico, SMI: “Stop a limbo formativo, ridare dignità alla professione”

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Roma, 28 marzo 2019 – “Garantire la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, preservare il diritto alla salute, ripartire dalla dignità nella professione, sul luogo di lavoro, nel rapporto con i pazienti e nel rapporto con i colleghi” ha dichiarato Delia Epifani, membro della Direzione Nazionale SMI, del Settore Formazione e Prospettive, intervenendo agli Stati generali del giovane medico promossi ieri a Roma dalla Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri).

“In una condizione di blocco dei contratti, di burn out dei professionisti sanitari e di condizioni di sicurezza precarie, l’unica soluzione è attuare politiche di programmazione efficaci. I medici, dal canto loro, devono recuperare a pieno una pratica ispirata sempre più ai principi della deontologia professionale, mirando alla collaborazione tra professionisti e rivendicando un lavoro in equipe” continua Epifani del Sindacato Medici Italiani.

“Per ridare dignità ai giovani medici bisogna mettere fine al limbo formativo in cui sono costretti a vivere e smettere di alimentare la creazione di una generazione di precari – prosegue Epifani – Migliorare la formazione vuol dire ridisegnare il corso di laurea, mantenendo l’accesso a numero programmato, valutando anche le abilità pratiche raggiunte dagli studenti e prevedendo tirocini formativi che garantiscano una laurea già di per se abilitante”.

“Bisogna andare nell’ottica dell’unificazione e della parificazione dei percorsi formativi post laurea; è fondamentale la creazione della scuola di specializzazione in medicina generale e la relativa parificazione alle altre scuole di specializzazione. È fondamentale eliminare il limbo formativo con un aumento del numero delle borse e una compartecipazione delle regioni, in funzione dei fabbisogni in termini di carenza di medici specialisti. Doveroso puntare alla qualità, con la creazione di un core curriculum che valuti le competenze raggiunte”, conclude Epifani.

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