Spina bifida, studio svela nuove mutazioni genetiche e apre la strada a future terapie
L’IRCCS Giannina Gaslini ha contribuito allo studio internazionale pubblicato su Nature attraverso il sequenziamento del DNA di pazienti affetti da mielomeningocele
Genova, 1 aprile 2025 – Un importante studio scientifico sulla spina bifida, il più ampio mai condotto sull’argomento, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature. La ricerca ha coinvolto un’ampia coorte di 851 pazienti affetti da mielomeningocele e 732 controlli sani, analizzati insieme ai genitori, evidenziando nuove mutazioni genetiche responsabili della malattia.
Il progetto, diretto dal prof. Joseph G. Gleeson, vede il coinvolgimento del consorzio internazionale sulla Spina Bifida, di cui fa parte la dott.ssa Valeria Capra, medico specialista in Genetica Medica, che lavora presso la Unità di Genomica e Genetica clinica dell’Istituto G. Gaslini, diretta dalla dott.ssa Francesca Faravelli.
La dott.ssa Capra, da anni attivamente impegnata nella ricerca sulle malformazioni congenite, ha collaborato strettamente con l’Unità di Neurochirurgia dell’Istituto, diretta dal dott. Gianluca Piatelli, e con il dott. Marco Pavanello, un riferimento nazionale per il trattamento neurochirurgico delle malformazioni del midollo spinale, come il mielomeningocele, noto anche come Spina Bifida.
Insieme alla dott.ssa Patrizia De Marco, biologa molecolare dell’Unità di Genetica Medica diretta dal prof. Federico Zara, l’Istituto ha fornito il proprio contributo essenziale allo studio attraverso il sequenziamento del DNA di pazienti affetti da mielomeningocele, utilizzando la tecnica di whole exome sequencing (WES), che consente di analizzare tutte le regioni codificanti del DNA.
“I risultati hanno evidenziato un aumento della frequenza di variazioni del DNA che compromettono la produzione di alcune proteine o ne alterano la sequenza di aminoacidi, insorte per la prima volta nei soggetti affetti, definite de novo in linguaggio tecnico, confermando un modello poligenico della malattia. Queste varianti, che coinvolgono 187 diversi geni, sono risultate legate alla formazione del citoscheletro, dei microtubuli (strutture che garantiscono la stabilità strutturale delle cellule) e di enzimi che modificano la cromatina. Inoltre, varianti di questo tipo sembrano contribuire al 28% di rischio di malattia” spiega Valeria Capra genetista dell’Unità di Genomica e Genetica clinica dell’Istituto G. Gaslini.
Attraverso studi funzionali su modelli animali, i ricercatori hanno dimostrato che queste varianti determinano una parziale o completa mancata chiusura del tubo neurale durante lo sviluppo embrionale.
Questa ricerca rappresenta un importante passo avanti nella comprensione della Spina Bifida e si aggiunge a precedenti studi pubblicati su New England Journal of Medicine, condotti anche con il contributo delle dottoresse Valeria Capra e Patrizia De Marco del Gaslini, relativi a varianti de novo in altri geni, in collaborazione con il Saint Justine Hospital di Montreal, Canada.
Ulteriori studi potranno fornire nuove informazioni sulla patogenesi di queste malformazioni, compreso il ruolo dell’acido folico, la cui assunzione preconcezionale è nota per prevenire tali malformazioni nel 70% dei casi.
“L’Istituto Giannina Gaslini continua a confermarsi un’eccellenza nel campo della ricerca pediatrica – commenta il direttore scientifico prof. Angelo Ravelli – contribuendo attivamente agli studi genetici e clinici volti a migliorare la diagnosi e il trattamento delle malformazioni congenite. Lo studio coordinato dalla dottoressa Capra rappresenta una dimostrazione particolarmente significativa della capacità dei ricercatori del Gaslini di stabilire proficue collaborazioni scientifiche con i più prestigiosi gruppi di ricerca internazionali”.