Roma, 14 dicembre 2020 – “L’avviso pubblico rivolto a cinque Agenzie per il Lavoro ai fini della selezione e il reclutamento con assunzione a tempo determinato per il personale medico e infermieristico è un esempio di come si possano disperdere risorse utili per il rilancio del nostro Servizio Sanitario Nazionale”, così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani (SMI) in una dichiarazione.
“Vengono previsti ben 19 milioni di euro destinati alle Agenzie per il Lavoro per il loro compito d’intermediazione. Questi finanziamenti potevano servire a impiantare nuovi reparti ospedalieri, ad assumere personale per gli uffici e igiene pubblica, a rafforzare la medicina del territorio. È un chiaro segnale, inoltre, come si vada sempre più verso l’esternalizzazione dei servizi sanitari, nel nostro paese. È inaccettabile!”, continua Onotri.
“Il governo continua a scegliere soluzioni sbagliate ed emergenziali, anziché strutturali, per la sanità. Siamo molto allarmati per i contenuti del Recovery Plan: per la salute gli investimenti di 9 miliardi sono praticamente solo il 4,6% del totale delle risorse, 196 miliardi di €, messe in campo. Investimenti insufficienti perché la sanità del nostro Paese è in forte ritardo rispetto ai paesi UE. La nostra la spesa sanitaria pubblica in rapporto al PIL è pari al 6,5%: inferiore alla media europea (che risulta pari al 7,8%) e a quella di altri paesi come Germania (9,6%) e Francia (9,4%)”.
“Il governo nel Recovery Plan afferma, inoltre, che il SSN è giunto alla prova del Covid manifestando elementi di relativa debolezza rispetto ai principali partner europei. La verità è un’altra! La tenuta e la risposta del SSN è solo dovuta alla professionalità degli operatori sanitari e dei medici che non si sono tirati indietro, nonostante la condizione lavorativa precaria ,la mancanza di DPI e la scarsità di personale. Di fronte alla pandemia il governo si è trovato impreparato perché il piano nazionale dell’emergenza è fermo da 10 anni, e negli ultimi 20 anni si è continuato a tagliare nella sanità. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Moltissimo il personale sanitario contagiato e 257 medici morti”.
“Nel Recovery Plan, infine, si ribadisce l’importanza della medicina territorio, ma non vediamo misure efficaci per rafforzarla. Da tempo si sono focalizzati i nodi da sciogliere per rimuovere i tanti ostacoli al fine di investire sul serio e non a parole sulla salute degli italiani; bisogna trovare una soluzione all’imbuto formativo, aumentare le piante organiche assumendo medici di medica generale e specialisti, destinare risorse al territorio e agli ospedali”.
“Ribadiamo da tempo che per far ripartire la medicina territoriale è necessario che il corso di formazione in medicina generale diventi una specializzazione post-laurea, dando la possibilità a qualsiasi medico di poter fare il tutor. Bisogna aumentare le borse di studio nella specializzazione universitaria, reintrodurre la medicina scolastica e l’educazione sanitaria, come nuovo insegnamento in tutte le scuole. La pandemia avrebbe dovuto insegnarci questo!”, conclude Onotri.