All’interno della trasmissione “Le Iene” di Italia 1 è andato in onda un servizio su “Fisioterapia e moleste sessuali” in cui una paziente ha avuto il coraggio di denunciare alla trasmissione comportamenti anomali di un sedicente fisioterapista. Oggi, con ancora più forza, AIFI torna a chiedere che la Commissione Sanità del Senato tolga ogni impedimento e orpello al cammino del Ddl 1324 di istituzione degli Ordini e Albi delle Professioni Sanitarie
Roma, 20 aprile 2016 – Per valutare la “professionalità” dell’operato di tale professionista, la redazione de “Le Iene” ha chiesto la consulenza dei colleghi Davide Albertoni, componente dell’Ufficio di Presidenza nazionale di AIFI (Associazione Nazionale Fisioterapisti) e Nadir De Chirico, responsabile formazione di AIFI Liguria.
AIFI esprime innanzitutto totale vicinanza e solidarietà alla paziente, vittima delle molestie ed esprime ammirazione per il coraggio da lei dimostrato nel denunciare questo comportamento. Non ci sono parole per esprimere il disgusto per le situazioni che si è trovata a vivere. Condanna nella maniera più decisa il comportamento di chi, forte del potere di delega attribuitogli dalla persona che si affida alle sue cure, ne approfitta violando diritti fondamentali e trasformando la relazione di cura in abuso.
Ci si augura vivamente che la signora abbia già sporto denuncia affinché la giustizia faccia il suo corso. Anche in questo caso, comunque, AIFI è a disposizione dei cittadini sia con strumenti di controllo verso i propri associati che con le azioni che mette in campo, quotidianamente, nella lotta all’abusivismo della professione sanitaria del fisioterapista.
Ai colleghi interpellati dalla redazione non è stato reso noto il nome dell’esecutore di tali pratiche che sono contro ogni deontologia professionale e valutazione etica; pertanto non si ha la certezza che il professionista in questione sia un fisioterapista “vero” o uno dei tanti abusivi che infestano il Paese. AIFI manterrà un costante livello d’allerta sul prosieguo della vicenda.
L’accaduto pone però un ulteriore elemento di riflessione: anche se si trattasse di un fisioterapista vero, ad oggi, la mancanza di un Ordine Professionale determina l’assenza di strumenti per impedire che un professionista possa continuare a professare in una situazione come quella presentata nel servizio, laddove la magistratura ravvisasse elementi di colpa.
Pertanto oggi, con ancora più forza, torniamo a chiedere che la Commissione Sanità del Senato tolga ogni impedimento e orpello al cammino del Ddl 1324 di istituzione degli Ordini e Albi delle Professioni Sanitarie. È un diritto dei cittadini sapere subito se hanno a che fare con un professionista “vero”. È un diritto dei cittadini sapere che comportamenti che violino così pesantemente il codice deontologico comportino l’allontanamento definitivo dalla possibilità di esercitare. Sono diritti che i cittadini, nel campo della fisioterapia così come in quello di altre professioni sanitarie, oggi non hanno.
Alla Politica, quella con la “P” maiuscola e non quella che difende gli abusivi, spetta l’onere di dare questi diritti, per ridurre il rischio che quanto accaduto alla signora Sofia si ripeta.
fonte: ufficio stampa