Firenze, 26 gennaio 2021 – Entrerà in servizio dal 1° febbraio la vincitrice della selezione a professore associato di Neuropsichiatria infantile dell’Università di Firenze, che farà parte del team del centro di Eccellenza di Neuroscienze del Meyer. Si tratta di Simona Balestrini, classe 1983, che arriva dalla University College of London (UCL), dove ha lavorato per molti anni specializzandosi nello studio delle epilessie e dei loro meccanismi genetici, per comprenderne meglio le cause, il decorso e le opzioni terapeutiche.
La giovane neurologa ha sviluppato molti progetti di correlazione genotipo-fenotipo per valutare l’associazione tra l’architettura genomica e la presentazione clinica, effettuando anche studi di stimolazione magnetica transcranica per studiare alterazioni della eccitabilità cerebrale nelle epilessie su base genetica.
La docente, che farà parte del Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino dell’Ateneo fiorentino e del Centro di Eccellenza di Neuroscienze del Meyer, a seguito di un bando oggetto della programmazione congiunta tra i due enti, a Londra era Senior Clinical Research Fellow e Consultant Neurologist nel Department of Clinical and Experimental Epilepsy dell’UCL Queen Square Institute of Neurology.
Ha all’attivo oltre 50 pubblicazioni. Tra le più recenti, uno studio osservazionale, del quale è prima autrice, dedicato ai “Risultati clinici della pandemia di SARS-CoV-2 nelle strutture di assistenza a lungo termine per le persone con epilessia”.
“La prof.ssa Balestrini si unisce a un team di clinici e ricercatori impegnati nel fronteggiare patologie particolarmente complesse in ambito neurologico pediatrico, spesso su base genetica e complicate da epilessie difficili da controllare – spiega il prof. Renzo Guerrini, direttore del Centro di Eccellenza di Neuroscienze del Meyer – Il team di Neurologia del Meyer ha sviluppato competenze molto avanzate utilizzando approcci diagnostici neurofisiologici, molecolari e di neuroimaging, proprio nell’intendimento di rendere più mirato il passaggio alla fase terapeutica”.
Il Meyer si conferma sempre più una cittadella attrattiva di talenti, specie per quei giovani che si erano spostati all’estero e che vedono nell’ospedale pediatrico fiorentino un luogo dove continuare a crescere.